New York, 11 settembre 2013 - Celebrazioni sottotono in America per il dodicesimo anniversario dell'attentato terroristico alle Torri gemelle e al Pentagono, mentre in Cile si commemorano i 40 anni dal golpe che portò al regime Pinochet e causò la morte del presidente Allende.

L'ATTACCO DI AL QAEDA - Dodici anni fa l’America subiva il peggior attacco della sua storia. E oggi il ricordo di quell’11 settembre 2001 é ancora vivo e alimentato dai timori su Al Qaeda, riaccesi dalla questione siriana e dalle minacce di terrorismo di agosto, che hanno indotto la chiusura di consolati e ambasciate americani nel mondo.

Celebrazioni ridimensionate rispetto agli anni passati, con Barack Obama che dopo i minuti di silenzio alla Casa Bianca in ricordo dei due aerei che hanno colpito le Torri Gemelle, parteciperà a una commemorazione al Pentagono di Washington, dove si schiantò il terzo velivolo di linea.
A New York sono già stati accesi i fasci di luce al World Trade Center, dove ormai spicca la Freedom Tower, e diverse manifestazioni di ricordo si terranno in città. Fra queste la “Table of Silence Project”, durante il quale 100 ballerini vestiti di bianco si esibiranno al Lincoln Center sulle note del flauto di Andrea Ceccoromi.

Anche se nelle ultime ore le tensioni sulla Siria di sono affievolite, l’avvertimento lanciato dal presidente siriano Bashar el Assad su possibili ritorsioni contro gli Stati Uniti in caso di attacco in Siria, arriva come una doccia fredda, tornando ad alimentare i timori degli americani che non vogliono diventare di nuovo “bersaglio” di rappresaglie.

"Le minacce per New York sono uguali se non maggiori a quelle precedenti all’11 settembre", afferma il capo della polizia di New York, Raymnond Kelly, che guidò le indagini sul primo attentato contro il World Trade Center, quello del 1993, quando nel sotterraneo delle Torri Gemelle esplose un furgone imbottito di esplosivo. Kelly rimprovera i candidati a sindaco del dopo-Bloomberg - oggi si sono tenute le primarie, mentre le elezioni si svolgeranno il 5 novembre - per non essersi interessati alla questione terrorismo e alle minacce per la città.

IL CILE RICORDA I DESAPARECIDOS - Un migliaio di cileni si sono stesi per terra lungo le strade di Santiago per ricordare i ‘desaparecidos’ del regime di Augusto Pinochet.
Alla vigilia del quarantesimo anniversario del golpe dell’11 settembre 1973 che instaurò la dittatura (video), i manifestanti sono restati supini per 11 minuti, sistemati in una lunga fila che si é snodata dalle vicinanze del palazzo presidenziale.

Il Cile é ancora diviso sulla figura di Pinochet e il presidente Sebastian Pinera, vicino alla destra, ha affermato che fu il socialista Salvador Allende, destituito e morto durante il golpe, a distruggere la legalità del Paese.
L’opposizione ribatte invece denunciando la repressione di un regime a cui viene attribuita la morte di 3000 persone e la “scomparsa” di decine di migliaia. Ancora oggi in Cile é difficile far luce sull’evento, perché un decreto sull’amnistia del 1978 esclude da responsabilità penali tutti coloro che violarono i diritti umani dal 1973 al 1978.