Roma, 24 ottobre 2013 - "Non è minimamente concepibile e accettabile che ci sia un'attività di spionaggio di questo tipo". Il premier Enrico Letta, interpellato sul Datagate al suo arrivo nella sede del Consiglio europeo, è tranciante sul caso del giorno che sta scuotendo le diplomazie occidentali mentre il Guardian pubblica la notizia che in questi anni la National Security Agency americana (Nsa) ha controllato le conversazioni telefoniche di 35 leader politici di Paesi esteri dopo aver ricevuto i loro numeri da ufficiali di altri dipartimenti federali americani.

RABBIA UE - Lo scandalo Datagate monta quindi a livelli impressionanti. Da Roma a Berlino, passando per Bruxelles e Parigi, tutti furiosi con l'alleato americano. Grazie alle rivelazioni dell'ex analista Eric Snowden, finite sui giornali, l'Nsagate accende le cancellerie europee e rianima una coesione continentale sin qui a rischio per motivazioni finanziarie. "Lo spionaggio fra alleati è inaccettabile", dichiara Angela Merkel al suo arrivo a Bruxelles. "Dobbiamo fare tutte le verifiche e vogliamo avere tutta la verità: quindi la verifica, tutta l'attenzione e la protezione dei dati personali deve essere fatta al massimo livello", insiste Enrico Letta che solo ieri era sembrato tenere una posizione meno intransigente durante il breve colloquio con il segretario di Stato americano, John Kerry, atterrato a Roma per discutere  Mediterraneo in fiamme con il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

MOSSA INEVITABILE - Berlino, furiosa per le intercettazioni telefoniche alla cancelliera Merkel, oggi ha convocato l'ambasciatore Usa per spiegazioni. Nel mirino le intercettazioni al cellulare privato di Angela Merkel  operate dagli 007 americani. Il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle riceverà nel pomeriggio l’ambasciatore degli Stati Uniti a Berlino, John B. Emerson, cui "espliciterà la posizione del governo tedesco”. Già ieri il governo tedesco ha reso nota la telefonata della Cancelliera al presidente Usa Barack Obama, dopo che le rivelazioni sono state diffuse. La Casa Bianca gioca sulle parole: risponde che non sta controllando e non controllerà - in futuro - le comunicazioni di Angela Merkel, ma non ha certo escluso pratiche spionistiche nel passato (anche recente).

INCONTRO FRANCO TEDESCO - E la cancelliera tedesca, a margine del vertice europeo di Bruxelles, oggi ha avuto un bilaterale sul tema con il presidente francese, Francois Hollande,  altra vittima dello spionaggio massivo americano. "Questo incontro bilaterale voluto da Merkel non è stato organizzato a questo scopo - confidano fonti governative di Parigi -, ma è evidente che i due leader affronteranno l'argomento per coordinare le rispettive reazioni" dopo che Francia e Germania, in tempi leggermente sfalsati, sono finite entrambe nel ciclone intercettazioni della Nsa.

TUTTI COMPATTI - Parole di condanna verso lo spionaggio statunitense, di fatto il tema principe nelle dichiarazioni rilasciate dai leader al loro arrivo a Bruxelles, sono arrivate anche dal primo ministro belga, Elio Di Rupo ("Non possiamo accettare questo spionaggio sistematico"), dal premier olandese, Mark Rutte ("E' una questione seria. E io supporterò la Merkel completamente") e dal capo del Governo finlandese, Jyrki Katainen ("Abbiamo bisogno di garanzie circa il fatto che quello che è successo non succederà mai più, se è successo").

STAMPA FURIOSA - Nella stampa tedesca prevalgono due sentimenti: l’indignazione per il comportamento degli Stati Uniti e la delusione per il basso profilo scelto - fino a ieri - dalla cancelliera che oggi però sembra aver cambiato marcia. Per la Tagesspiegel "la portata della sorveglianza esercitata sui propri cittadini e quelli degli altri Paesi (da parte degli Stati Uniti) resta mostruosa". Il governo americano ha "reagito in modo offensivo (dicendo) tutto è normale, tutto è necessario, tutto è utile, tutto è noto, tutto è legale. La Germania ha cercato finora di essere più sulla difensiva e la Merkel si è resa ridicola", è la considerazione sul caso del quotidiano berlinese di centrosinistra.

TUTTI SPIATI - Anche l'Italia, dal canto suo, è più che mai dentro il tritacarne del Datagate. Già il giornalista americano Glenn Greenwald, che custodisce i file di Edward Snowden, aveva dichiarato in tempi non sospetti che anche l'Italia era coinvolta: era spiata e aiutava a spiare. Secondo Greenwald, "la Nsa porta avanti molte attività spionistiche anche sui governi europei, incluso quello italiano".

SCENARIO AMPIO - Non solo l’Italia è stata nel mirino del sistema Prism creato dagli 007 statunitensi. Con un programma parallelo e convergente chiamato Tempora, anche l’intelligence britannica avrebbe infatti spiato i cavi di fibre ottiche che trasportano telefonate, mail e traffico Internet del nostro paese. Le informazioni rilevanti raccolte dal Gchq, ossia il Government Communications Head Quarter, venivano poi scambiate con l’Nsa americana. Ma dai file di Snowden risulta che la scrematura di questi dati segue criteri spregiudicati, che non riguardano solo la lotta al terrorismo. Gli inglesi infatti selezionavano telefonate e mail utili a individuare “le intenzioni politiche dei governi stranieri”. O le mosse delle imprese italiane sui mercati internazionali.

POSTILLA LONDINESE - Nella lista delle priorità di Londra c’è infatti anche il contrasto alla diffusione di armi nucleari, batteriologiche o chimiche nelle nazioni ostili. Voce molto ampia sotto la quale possono agevolmente ricadere anche le cessioni di tecnologie avanzate, militari o comunque spendibili con potenzialità belliche: vedi trattative commerciali lecite condotte da aziende italiane verso paesi arabi. Quante volte queste informazioni sono state utilizzate per danneggiare i rivali delle imprese britanniche? Altri documenti sulla 'mission' di Tempora fanno infatti esplicitamente riferimento alla possibilità di cercare dati che sostengano “il benessere economico dell’Inghilterra”.

AFFARI E DINTORNI - Non a caso, nell’elenco delle comunicazioni da esaminare sono citati anche i "i gravi reati economici": uno spettro ampio, poiché moltissime attività finanziarie internazionali e italiane passano dalla City. Quindi c’è il contrasto al traffico di droga: un altro punto che può giustificare irruzioni nelle conversazioni italiane. Infine la "posizione dei governi stranieri su determinate questioni militari". Anche in questo caso, si possono ipotizzare inserimenti nelle telefonate dei nostri ministri: basti ricordare i contrasti tra Roma e Londra nella prima fase dell’intervento in Libia due anni fa. Insomma, la licenza di spiare concessa dalle autorità britanniche è vastissima e consente di tenere sotto controllo aziende, politici e uomini di Stato. Secondo Snowden e Greenwald, in questa raccolta di massa, anche i nostri servizi segreti avevano un ruolo. I documenti della 'Talpa' affermano che i nostri apparati di sicurezza avevano un “accordo di terzo livello” con l’ente britannico che si occupava di spiare sistematicamente le comunicazioni italiane, per esempio attraverso l’intercettazione di tutti i dati trasferiti da tre cavi in fibre ottiche sottomarini che hanno terminali in Italia (a controllo Telecom). Il primo è il SeaMeWe3, con terminale a Mazara del Vallo. Il secondo è il SeaMeWe4, con snodo a Palermo. Città da cui transita anche il flusso dati del Fea (Flag Europe Asia), altra delicatissima infrastruttura del Paese..

REAZIONE COPASIR - “Abbiamo avuto risposte dal governo italiano, che a sua volta si è mosso presso l’amministrazione Usa: intercettazioni massive su cittadini italiani nel territorio nazionale non sono state fatte”, afferma il presidente del Copasir Giacomo Stucchi. "L’Nsa - ha spiegato il parlamentare della Lega ad Affaritaliani.it - ci ha spiegato che i loro filtri impediscono che ci sia una raccolta massiva su comunicazioni nel nostro Paese che riguardano cittadini italiani che parlano tra di loro. Siamo stati anche a Washington e i vertici dell’Nsa lo hanno escluso. E la conferma è arrivata sia dal governo (ndr, ieri il premier Enrico Letta ha incontrato il segretario di Stato americano Jonh Kerry) che dai servizi italiani. L’unica cosa su cui non c’è ancora chiarezza sono i metadati generati da comunicazioni da e per gli Usa in partenza o in arrivo dall’Italia. Ma solo metadati”, si consola Stucchi.

UE ALL'ATTACCO - Il presidente della Ue, Herman van Rompuy, individua una possibile linea: "Nella bozza di conclusioni del vertice Ue, che i leader discutono oggi, c’è un riferimento alla necessità di approvare la direttiva sulla protezione dati l’anno prossimo, perché è importante ristabilire la fiducia”.  Washington mette a rischio la privacy, "diritto fondamentale" per gli europei, si adonta il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, alla luce delle ultime rivelazioni. "In Europa - sottolinea Barroso - consideriamo il diritto alla privacy in termini di diritto fondamentale". Da programmi di spionaggio come quello americano, invece, arrivano segnali di un "totalitarismo" simile a quello dell'ex Germania dell'Est "dove la polizia politica spiava le vite degli altri quotidianamente".

STOP NEGOZIATI -  "Penso che dobbiamo sospendere ora i negoziati" per arrivare a un accordo di libero scambio tra Ue e Usa - rivendica il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz a proposito delle conseguenze del Datagate -. "Ci sono alcuni standard e criteri che si devono rispettare, altrimenti non ha alcun senso parlarci l'un l'altro", dice Schultz.  Il dossier sulle intercettazioni è sul tavolo del Consiglio Europeo che si è aperto nel pomeriggio e continuerà domani a Bruxelles.