Roma, 25 ottobre 2013 - "Io tra i 35 leader mondiali spiati? Non so, rimando a ulteriori chiarimenti e verifiche". Così il presidente del consiglio, Enrico Letta, ha risposto durante la conferenza stampa di chiusura della due giorni di Consiglio d'Europa a Bruxelles, a chi gli chiedeva un commento alle indiscrezioni del giornalista Glenn Greenwald, custode dei segreti di Eric Snowden, sullo spionaggio Usa anche ai danni dell'Italia nell'ambito del Datagate.

'COINVOLGERE TUTTI' - "Tutti i grandi Paesi europei hanno servizi segreti" e "sono tutti funzionanti", per questo a partire da questa vicenda bisogna "fare ordine e pulizia ed evitare atteggiamenti che sono inaccettabili e da cui dobbiamo rifuggire" ha detto il premier ricordando che una "discussione bilaterale è già in corso" tra Roma e Washington, ma che "l'iniziativa che parte da Francia e Germania" ora dovrà "coinvolgere tutti", e "noi italiani ci sentiamo sostanzialmente coinvolti". Perché è pur vero che la meteria è di competenza nazionale, ma è altrettanto vero che solo la messa in opera del "working group su data protection" della Commissione europea, per il quale l'Italia, ha detto, "ha spinto molto" consentirà di svolgere "un ragionamento complessivo".

QUASI TUTTI D?ACCORDO - Il vertice Ue di Bruxelles aveva discusso a lungo ieri sera dello scandalo Datagate, alimentato dalle nuove rivelazioni sullo spionaggio della Nsa americana nei confronti di governi e cittadini europei, producendo un'iniziativa a guida franco-tedesca ma sostenuta dagli altri governi, iniziativa che il premier italiano Enrico Letta ha giudicato "forte e unitaria", per chiarire e ricostruire su nuove basi di fiducia i rapporti con gli Usa, attraverso un codice di condotta e cooperazione dei servizi segreti.

'NO ANTAGONISMO, SI' A SOLUZIONI' - "Abbiamo preso una posizione unitaria molto forte, su spinta di Francia e Germania, con la richiesta di informazioni e di andare entro le prossime settimane a un chiarimento e cooperazione con gli Usa, per capire quel che è successo e soprattutto evitare che possa succedere di nuovo", aveva detto Letta ai cronisti uscendo dal Consiglio europeo, alla fine della sua prima sessione, poco dopo l'una di notte. Si tratta, ha insistito il premier, di "una posizione unita molto netta e forte, giustificata dagli eventi che sono accaduti, ma che non vuole creare un antagonismo ma trovare una soluzione, perché - ha sottolineato Letta - non è concepibile che non ci sia chiarezza su questi temi".

'VOGLIA DI VERITA' - Il capo del governo ha spiegato che quella sul Datagate è "un'iniziativa portata da Francia e Germania a cui noi ci siamo". Una dichiarazione "che conferma che da parte degli europei, unitariamente, c'è voglia di verità, che è la cosa principale. Lo chiediamo per i nostri cittadini e naturalmente anche perché in futuro le cose funzionino. Se non c'è chiarimento su questi punti - ha osservato Letta - ovviamente è molto difficile fare le cose insieme, ma sono assolutamente fiducioso che questa nettezza di posizioni porterà a dei risultati".

ACCELERATORE E FRENO - Ma rispondendo a una successiva domanda sull'ipotesi, avanzata dal presidente dell'Europarlamento Martin Schulz, di sospendere i negoziati in corso per l'accordo transatlantico di libero scambio, il premier ha sottolineato che "non c'è nessun legame" fra le due vicende. "Il negoziato per l'accordo transatlantico, che è molto importante per l'Italia, è un'iniziativa che deve assolutamente andare avanti, a prescindere dal chiarimento che deve avvenire" con gli Usa. "Sono due questioni staccate", ha affermato Letta che pure ieri, al suo arrivo a Bruxelles, era stato tra i leader più duri affermando: "Non è minimamente concepibile e accettabile che ci sia un'attività di spionaggio di questo tipo", prima ancora che un nuovo scoop del Guardian rivelasse che in questi anni la National Security Agency americana (Nsa) ha controllato le conversazioni telefoniche di 35 leader politici di Paesi esteri dopo aver ricevuto i loro numeri da ufficiali di altri dipartimenti federali americani.

BARNIER ALL'ATTACCO -  ''Le intercettazioni a ripetizione mettono in forse l'indipendenza e la sovranità europea. Dobbiamo rispondere creando gli strumenti della nostra autonomia strategica, il sistema Gps Galileo, la 'nuvola' per i dati, la standardizzazione. Sono attrezzi di indipendenza'', propone al dibattito Michel Barnier, commissario Ue per il mercato interno, in un'intervista a La Stampa.

SPAGNA SUL CHI VA LA' - Intanto il premier spagnolo, Mariano Rajoy, ha disposto la convocazione per lunedì dell'ambasciatore Usa a Madrid, James Costos, per chiedere chiarimenti dopo un articolo del Pais secondo cui la National Security Agency americana ha spiato in Spagna anche personalità politiche e membri del governo. Rajoy ha annunciato la decisione nella conferenza stampa al termine del Consiglio europeo di Bruxelles. "Non abbiamo prove che la Spagna sia stata stata spiata", ha però precisato il premier iberico, "continueremo a ricercare informazioni su queste vicenda". El Pais ha scritto che dalle carte di Ewdard Snowden emerge che anche politici e ministri figurano tra i milioni di cittadini spagnoli di cui venivano spiate conversazioni telefoniche e mail. Il governo di centrodestra di Rajoy, che punta molto sui rapporti con gli Usa e attende un invito alla Casa Bianca, finora ha cercato di minimizzare la portata delle rivelazioni sull'Nsagate, sostenendo che al più le intercettazioni risalivano all'epoca in cui era premier il socialista Jose' Luis Zapatero, dal 2004 al 2011.

CONTROMOSSA USA - Naturalmente gli Stati Uniti prendono seriamente le preoccupazioni della comunità internazionale in relazione alle attività di sorveglianza delle comunicazioni operate dalla Nsa "e si stanno regolarmente consultando con i partner coinvolti", dichiara il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa, Caitlin Hayden. E' in corso in queste ore la comunicazione riservata a servizi segreti stranieri che nell'archivio di Edward Snowden ci sono "documenti sulla loro cooperazione" con gli Usa. Lo scrive il Washington Post. In alcuni memo "ci sono dettagli di operazioni contro Iran, Russia e Cina" che alcuni settori dei governi partner "potrebbero non conoscere. In un caso - affermano funzionari Usa al WP - i file contengono informazioni su una operazione di un Paese Nato contro la Russia che fornisce intelligence all'Esercito e alla Marina americana: "Se i russi lo vengono a sapere non sarebbe difficile per loro prendere le misure appropriate per porre fine" all'operazione, afferma una fonte. "La procedura per avvisare capitale dopo capitale i funzionari (dei paesi alleati, ndr) è delicata", scrive il WP: "In alcuni casi alcuni settori dei governi cooperanti potrebbero essere a conoscenza di questa collaborazione, mentre altri - come i ministeri degli Esteri - potrebbero non esserlo". E scoprire che magari i propri servizi sapevano - e tacevano - potrebbe amplificare le reazioni e i danni.

QUI GERUSALEMME - "So per certo che gli Stati Uniti ascoltano in segreto anche i loro amici, Israele incluso'', afferma oggi sul Maariv, Dany Yatom, ex capo del Mossad, commentando le notizie relative al Datagate. Capo del servizio più temuto dopo la Cia alla fine degli Anni '90, Yatom dice in sostanza che gli Usa sono così: "Non guardano in faccia nessuno. Ogni volta che pensano di aver bisogno di ascoltare segretamente qualcuno, lo fanno''.

RABBIA UE - Lo scandalo Datagate monta quindi a livelli impressionanti. Da ieri tutti sono furiosi con l'alleato americano. Grazie alle rivelazioni dell'ex analista Eric Snowden, finite sui giornali, l'invasività tecnologica degli Usa rianima la Vecchia Europa. Con l'unica eccezione - non era difficile indovinarlo - della solita Gran Bretagna che puntualmente, dopo dichiarazioni mattutine molto caute, al pomeriggio sceglie di smarcarsi: "Nel Regno Unito i servizi di intelligence sono gestiti adeguatamente", ha assicurato, specificando che comunque non esiste "una competenza europea sull'intelligence". Semmai, nella conferenza stampa al termine del Consiglio europeo, Cameron ha difeso l'importanza dei servizi segreti per garantire la sicurezza nazionale. E ha invece attaccato "quello che ha fatto Snowden, assistito da alcuni giornali". Il risultato è che adesso - ha detto - "sarà molto più difficile tenere al sicuro i nostri paesi, perché nel mondo ci sta un sacco di gente che vuole farci del male". Quanto ai rapporti con gli Usa - ha detto Cameron - "noi ci troviamo in una posizione adeguata, ma capisco quello che vogliono gli altri" partner Ue. Un leader sensibile. Come sempre. Forse perché l'unico a non essere direttamente spiato dagli alleati transoceanici.