Johannesburg, 10 dicembre 2013 - Al FNB Stadium di Johannesburg, in Sudafrica, la cerimonia in ricordo dell’ex presidente e leader della lotta all’apartheid {{WIKILINK}}Nelson Mandela{{/WIKILINK}}. Oltre 90 i 'grandi del mondo', tra cui il premier Enrico Letta, raccolti al Soccer City Stadium per accomiatarsi dal padre della lotta all’apartheid. E in un clima festoso, di gioia collettiva, sotto una pioggia battente (ma propiziatoria, come ha detto più d’uno, perché la pioggia nella tradizione africana apre le porte del cielo), circa 80mila persone hanno cantato e ballato per ore; e poi hanno partecipato alla cerimonia religiosa, davanti a re, regine, capi di Stato e di governi volati a Johannesburg da ogni parte del mondo. Un evento che è stato teatro anche di momenti storici, come la stretta di mano tra il presidente Usa, Barack Obama e quello cubano, Raul Castro (VIDEO - FOTO): la prima tra i due capi di Stato, la seconda tra i leader dei due Paesi dall’inizio della Rivoluzione Cubana nel 1960.

L'INIZIO DELL'EVENTO - Il cerimoniere Cyril Ramaphosa ha dato il benvenuto ai dignitari e capi di Stato e al pubblico giunto allo stadio a nome del presidente Jacob Zuma. Ramaphosa ha scherzato sulla pioggia che sta cadendo insistente sullo stadio, dicendo che "quando piove il giorno della sepoltura significa che sarai accolto nel regno dei cieli". Una preghiera interreligiosa ha segnato i momenti iniziali della cerimonia ufficiale religiosa di addio a Nelson Mandela. Sotto la pioggia battente, hanno preso la parola una dopo l’altro il rabbino capo del Sudafrica, un rappresentante della religione indù, un imam musulmano e un sacerdote cattolico.

Dopo le preghiere confessionali lo stadio di Johannesburg si è infiammato al grido di ‘Viva Madiba’. E la folla ha cantato in coro ‘ringraziamo il nostro leader’ Mandela, tra balli e ovazioni. Un coro di forti "buu" ha accolto le immagini del presidente sudafricano Jacob Zuma ogni volta che veniva inquadrato sul mega schermo. Un’ovazione invece ha salutato il presidente americano Barack Obama.

Il presidente americano Barack Obama ha stretto la mano al leader cubano Raul Castro e ha salutato con un bacio il capo di Stato brasiliano, Dilma Rousseff, salendo sul palco degli oratori della cerimonia di addio per Nelson Mandela.

LA DIRETTA

IL DISCORSO DI OBAMA - Come Gandhi e Martin Luther King, Nelson Mandela è stata un’icona del ventesimo secolo. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha elogiato il ruolo di ‘Madiba’, durante la commemorazione allo stadio di Soweto, in Sudafrica. "Ringraziamo il Sudafrica per aver condiviso con noi Mandela. La sua lotta è stata la nostra lotta. Il suo trionfo, il nostro trionfo. La vostra dignità, la vostra speranza, hanno trovato espressione nella sua vita, e la vostra libertà, la vostra democrazia sono il lascito di quest’uomo" ha detto Obama.

"Io e Michelle siamo beneficiari della battaglia di Nelson Mandela". Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, nel discorso in ricordo dell’ex presidente del Sudafrica, Nelson Mandela, scomparso giovedì a 95 anni. Ha detto che gli "Usa hanno superato secoli di segregazione razziale, in cui tante vite sono state sacrificate", ma ha aggiunto che la missione non è ancora compiuta.

"Mandela ci ha mostrato il potere dell’azione, di prendere rischi per i propri ideali. Ha disciplinato la sua rabbia e incanalato il suo desiderio di combattere in un’organizzazione e in strategie per agire, in modo che uomini e donne potessero battersi per la loro dignità. In più, ha accettato le conseguenze delle sue azioni, sapendo che la battaglia contro il potere e l’ingiustizia ha un prezzo". Obama, accolto con un boato dai sudafricani, era salito sul palco accolto come "figlio della terra africana".

Obama ha poi ricordato una delle frasi più importanti e significative di Mandela. "Ho combattuto contro la dominazione bianca e ho combattuto contro la dominazione nera" disse nel suo processo del 1964. "Amo l’ideale di una società democratica e libera - furono le parole di Mandela, ricordate da Obama - in cui tutte le persone vivano insieme in armonia e con le stesse opportunità. E’ un ideale per cui spero di vivere e di raggiungere. E, se necessario, è un ideale per cui sono pronto a morire".

Barack Obama ha fustigato oggi quei leader che “esprimono solidarietà con la lotta di Madiba, ma non tollerano il dissenso del proprio popolo”. Il presidente americano ha ricordato che “ci sono troppi leader che esprimono solidarietà con la lotta di Madiba, ma non tollerano il dissenso del proprio popolo - ha aggiunto - e ci sono troppe persone che rimagono ai margini, noncuranti o ciniche, mentre le nostre voci devono essere ascoltate". Ma Nelson Mandela ci ricorda che ogni cosa sembra sempre impossibile, finché non è fatta” ha sottolineato Obama. "Il Sudafrica ci mostra che è vero. Ci mostra che possiamo cambiare".

Nelson Mandela non "ha liberato solo i prigionieri, ma anche i carcerieri". Ha ricordato Barack Obama: “Ha insegnato che la riconciliazione non vuol dire ignorare il passato crudele, ma significa confrontarsi. Ha cambiato le leggi, ma anche i cuori” ha detto Obama. “Questo è il momento per celebrare la sua vita eroica. Ma è anche il momento per una riflessione: dobbiamo chiederci se abbiamo applicato la sua lezione nella nostra vita. Come il Sudafrica, gli Stati Uniti hanno dovuto superare secoli di assoggettamento. Io e Michelle siamo i beneficiari della lotta, del sacrificio di un numero infinito di persone. Ma il nostro lavoro non è finito. Nel mondo, ci sono ancora bambini che soffrono, che hanno poche prospettive per il futuro. Ci sono ancora uomini e donne incarcerati per il loro credo politico, e persone ancora perseguitate per quello che sembrano, per quello in cui credono o per chi amano”.

“Non vedremo mai più qualcuno come Nelson Mandela”. Il presidente degli Stati Uniti, ha chiuso così il suo discorso in ricordo del leader della lotta all’apartheid nello stadio di Soweto. Il presidente ha però invitato i giovani dell’Africa e di tutto il mondo a ricordare l’esempio di Mandela e a cercare di essere persone migliori ricordando il lavoro del leader della lotta contro l’apartheid. “Lui parla a ciò che di meglio c’è dentro di noi. Cerchiamo la sua forza dentro noi stessi” ha detto Obama. “Ci mancherà profondamente” ha concluso il presidente degli Stati Uniti.

Nel suo omaggio a Nelson Mandela, Barack Obama ha citato la filosofia sudafricana “ubuntu” per ricordare che l’ex presidente sudafricano lottò con l’idea di un’umanità unita. Facendo propria tale idea, il presidente americano ha quindi auspicato un maggior impegno da parte di tutti per rafforzare uguaglianza e giustizia, promuovere libertà e diritti umani e mettere fine a conflitti. “Mandela comprese i legami che uniscano lo spirito umano - ha detto Obama - c’è una parola in Sudafrica, ubuntu, che descrive il suo dono più grande: la sua consapevolezza che siamo tutti uniti con modalità che possono risultare invisibili all’occhio umano; che c’è un’unione nell’umanità: che possiamo realizzarci condividendo con altri e prendendoci cura di quanti sono attorno a noi”. “C’è voluto un uomo come Madiba per liberare non solo il prigioniero, ma il carceriere - ha continuato - per dimostrare che ci si può fidare degli altri in modo che gli altri possano fidarsi di noi; per insegnare che riconciliazione non è solo ignorare un passato crudele, ma uno strumento per affrontarlo con inclusione, generosità e verità. Ha cambiato le leggi, ma anche i cuori”.

RAUL CASTRO: ONORE E GLORIA AL COMPAGNO MANDELA - “La vita di Nelson Mandela ci insegna che solo gli sforzi comuni di tutte le nazioni daranno all’umanità la forza di rispondere alle sfide”. Così il presidente cubano Raul Castro ha ricordato il leader della lotta all’apartheid morto lo scorso 5 dicembre. “Non dovremo mai dimenticare il commovente omaggio di Mandela alla nostra comune lotta, quando ha visitato Cuba nel 1991 e ha detto che il popolo cubano ha un posto speciale nei cuori dei popoli dell’Africa”, ha aggiunto Castro. “Onore a gloria per sempre al compagno Nelson Mandela e all’eroico popolo sudafricano”, ha concluso il presidente cubano.

LETTA: NEL CUORE DI TUTTI - “Quella di Mandela è una personalità che è nel cuore di tutti noi ed è un esempio per l’intera umanità sul tema dello sviluppo, della lotta al razzismo e delle diseguaglianze, per questo è un dovere per l’Italia essere qui”. Così il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha commentato all’AGI, all’uscita dall’aeroporto di Johannesburg, la sua presenza e quella del presidente della Camera, Laura Boldrini, alla cerimonia in commemorazione di Nelson Mandela. Letta ha proseguito sottolineando quanto sia decisivo “rappresentare il Paese in un momento così importante per il Sudafrica ma in generale per il mondo”.

CANTI E BALLI SUGLI SPALTI  - Stanno risuonando dalle prime ore di questa mattina nello stadio Fnb di Johannesburg i canti e i balli che hanno segnato la lotta di liberazione dall’apartheid in Sudafrica. Migliaia di persone sfidando una pioggia impetuosa sono arrivate a piedi danzando lungo la superstrada che conduce allo stadio, per partecipare a una delle cerimonie che il governo ha organizzato per rendere omaggio a Nelson Mandela, icona della lotta al razzismo nel mondo.

“Mandela è stata la nostra speranza, il nostro faro nel buio del razzismo - afferma all’Agi Joanna Mayakala, 65 anni, arrivata da una cittadina a 150 chilometri da qui - non è un caso che piova così tanto oggi. E’ morto il nostro re, anche il clima lo sa e diventa pazzo”. Nello stadio stadio sono spuntati venditori ambulanti di quadri di Madiba e di t-shirt con il suo volto sorridente e la scritta “we love you”. Tanti i cartelloni portati dai sudafricani, fra questi uno che recita “Madiba, la tua vita la nostra ispirazione”. I maxischermi mostrano i leader del modo che stanno prendendo posto sul palco. Boato della folla all’arrivo di Ban Ki Moon che ha salutato con un sorriso e un gesto della mano.