Sinferopoli, 17 marzo 2014 - La Crimea ha scelto: il 96,6% dei partecipanti al referendum ha votato per l'annessione della penisola alla Russia (VIDEO). Un plebiscito rafforzato dalla scarsa affluenza dei non russi, ma comunque di dimensioni ben oltre le attese per la penisola dove, su 2 milioni di abitanti, il 59% è di origine russa e il 77% ha il russo come prima lingua (secondo la commissione elettorale locale, l'affluenza è stata del 73,14%). Intanto l'Unione Europea e gli Usa hanno annunciato le prime sanzioni.

PUTIN FIRMA DECRETO PER INDIPENDENZA - In serata il presidente russo Vladimir Putin ha firmato il decreto per il riconoscimento della Crimea come Stato indipendente. Gioia a Sebastopoli. Ovunque risuonano i clacson delle auto che sfrecciano con le bandiere russe.

PROCLAMATA L'INDIPENDENZA - E, questa mattina, il parlamento ha proclamato la Repubblica di Crimea come Stato sovrano indipendente, nel quale la città di Sebastopoli ha uno status particolare, e chiesto a Mosca di fare entrare la penisola in qualità di nuovo soggetto della Federazione Russa con lo status di Repubblica. Il parlamento ha poi deciso di nazionalizzare le proprietà statali ucraine situate in Crimea. Infine l'autoproclamata repubblica si è rivolta "all’Onu e a tutti i Paesi del mondo con l’appello a riconoscere lo Stato indipendente creato dai popoli della Crimea".

Il presidente dell’assemblea regionale crimea, Vladinmir Konstantinov, ha comunicato che le unità militari ucraine sul territorio della Crimea saranno sciolte dal governo locale, ma i militari che vorranno, potranno rimanere a vivere nella penisola se lo desiderano. Le forze dell’ordine e gli apparati dello stato resteranno in carica fino all’adozione della nuova costituzione.

NAZIONALIZZATE LE SOCIETA' DEL GAS - Primo atto concreto del 'governo' della Crimea dopo l’approvazione con percentuali bulgare del referendum per l’annessione alla Russia. Sono state nazionalizzate le due aziende energetiche attive nella penisola: la Chornomornaftohaz e la Ukrtransgaz. Inoltre una curiosità: la Crimea adotterà il rublo come moneta ufficiale e passerà al fuso orario di Mosca a partire dal 30 marzo, lasciando quello di Kiev.

L'UCRAINA - Il ministro della Difesa ucraino, Igor Teniukh, però ha già fatto sapere che i militari di Kiev resteranno in Crimea nonostante il risultato del referendum. Il parlamento ucraino, inoltre, ha approvato uno stanziamento straordinario da 6,9 miliardi di grivnie (circa 530 milioni di euro) per le spese militari. Il Parlamento ucraino, poi, ha approvato un decreto presidenziale che autorizza la parziale mobilitazione delle truppe e coinvolge 40mila riservisti. Andriy Parubiy, segretario del Consiglio di Difesa e Sicurezza Nazionale, ha spiegato in Parlamento che 20mila riservisti saranno inquadrati nelle forze armate e il resto all’interno della Guardia Nazionale appena creata.

LA RUSSIA - Dal canto suo la Duma, la ‘camera bassa’ del Parlamento russo, ha fatto sapere che adotterà rapidamente un atto che autorizza la Crimea ad unirsi alla Russia. "I risultati del referendum in Crimea mostrano chiaramente che gli abitanti della Crimea vogliono il loro futuro solamente in seno alla Russia. Gli abitanti hanno votato per la riunificazione del popolo, con il quale hanno sempre vissuto insieme", ha osservato il suo vicepresidente, Serghei Neverov.

SANZIONI DA UE - I 28 ministri degli Esteri dell’Ue hanno concordato a Bruxelles di infliggere sanzioni a 21 personalità russe e ucraine considerate coinvolti nell’intervento armato in Crimea e nel successivo referendum di annessione. Tra le misure la negazione dei visti ed il congelamento degli asset detenuti all’estero. Ulteriori misure seguiranno nei prossimi giorni, ha chiarito il ministro degli Esteri lituano, Linas Antanas Linkevicius. Il titolare della Farnesina, Federica Mogherini, ha precisato che le sanzioni non colpiranno esponenti del governo russo.

SCHEDA - I FUNZIONARI COLPITI DALLE SANZIONI UE

SANZIONI USA - Decisione analoga è stata adottata anche gli Stati Uniti contro 11 tra funzionari russi e ucraini. Tuttavia, in questo caso, tra i destinatari figura anche il vice primo ministro russo Dmitry Rogozin (la più alta carica di Mosca finora colpita). Seguono poi l’ex presidente ucraino Viktor Ianukovic e l’attuale ‘premier’ della Crimea Serghey Aksyonov. Anche in questo caso, però, le restrizioni riguardano il divieto di concessione di visti ed il congelamento dei beni. "Contro Mosca c'è l’isolamento internazionale. Nessuno riconosce il referendum in Crimea", ha riferito Obama nel corso di una breve conferenza stampa. Il presidente americano ha annunciato inoltre che gli Usa sono pronti ad adottare nuove e più dure sanzioni contro la Russia se proseguirà nel suo piano di annettersi la Crimea e se Mosca continuerà ad “inteferire” in Ucraina e proseguirà con le sue provocazioni, "che non porteranno a nulla". Resta ancora aperta, ha detto il presidente americano, la strada ad una soluzione diplomatica.

MERKEL: "SANZIONI NECESSARIE"  - Le sanzioni economiche alla Russia? "Noi abbiamo valori comuni con l’Unione europea, l’Italia e la Germania lavorano affinchè ci sia un canale di dialogo, mentre diciamo che questo referendum sulla Crimea è illegittimo", ha detto Renzi da Berlino dopo il colloquio con la Merkel. Se ci saranno altre sanzioni dipenderà dal lavoro di queste ore e sarà una decisione comune che prenderemo tutti insieme nel prossimo consiglio europeo". Anche la cancelliera tedesca ha definito "un passo necessario" le sanzioni prese contro la Russia, anche se l'auspicio è quello di "una soluzione diplomatica".

BAN: "DELUSO E PREOCCUPATO" - Il Consiglio Atlantico della Nato ha ribadito in una dichiarazione "l'appello alla Russia ad onorare i suoi impegni internazionali" e "esorta Mosca a non fare ulteriori passi per annettere la Crimea, che sarebbero una chiara violazione della Carta delle Nazioni Unite". Sulla situazione politica della Crimea è intervenuto anche il segretario dell'Onu Ban Ki-moon, che si è definito "profondamente deluso e preoccupato che il referendum svoltosi ieri possa anccentuare la tensione in Ucraina". Lo ha detto il suo portavoce del Palazzo di Vetro, Stephane Dujarric. Il segretario generale esorta ancora una volta tutte le parti ad astenersi dalla violenza, a impegnarsi in un dialogo inclusivo che porti ad una soluzione politica e della crisi, e a evitare azioni che accrescano ulteriormente le tensioni. “Un peggioramento della situazione - ha detto - avrebbe gravi ripercussioni per il popolo ucraino e nella regione".

DIPLOMAZIA AL LAVORO - Quella in corso è la crisi più grave tra Russia e Occidente dopo la fine dall'Urss. Una crisi che rischia di durare ben più a lungo di quella scattata nel 2008 con l'intervento dell'esercito russo in Ossezia del Sud. Mosca ha proposto agli Stati Uniti e all’Unione Europea di creare "un gruppo di appoggio" multilaterale per risolvere la crisi ucraina: lo ha annunciato il ministero degli Esteri russo. La cancelleria russa ha sottolineato che questo gruppo dovrà rispettare "gli interessi del popolo multietnico dell’Ucraina" e appoggiare "le legittime aspirazioni di tutti gli ucraini a vivere in sicurezza".

MOGHERINI - La responsabilità ora passa a Mosca e l’Occidente aspetta di sentire le dichiarazioni del presidente Putin sulla situazione in Crimea, ha detto, dopo aver partecipato al Consiglio Ue, il ministro degli Esteri Federica Mogherini, che ha insistito sulla necessità di mantenere "attivi i canali di dialogo con la Russia".