Washington, 10 maggio 2014 - Il rapimento delle studentesse in Nigeria è “un atto sconsiderato” commesso da un gruppo terroristico determinato a impedire loro di studiare, “o da uomini adulti che tentano di spezzare le aspirazioni di giovani ragazze”.

Così Michelle Obama, nel discorso settimanale via radio e internet solitamente diffuso dal marito Barack Obama. E' la prima volta che, il discorso tenuto settimanalmente dal presidente su temi a sua scelta sarà invece fatto dalla ‘first lady’.

In occasione della Festa della mamma, il messaggio è stato affidato a lei. La first lady afferma che, come milioni di persone, lei e il compagno sono “indignati e con il cuore spezzato” a causa del rapimento delle circa 300 studentesse, avvenuto il 15 aprile nel dormitorio di un istituto scolastico nello Stato nigeriano di Borno.

“In queste ragazze, Barack e io vediamo le nostre figlie”, ha detto Michelle Obama riferendosi a Malia, 15 anni, e Sasha, 12 anni. “Vediamo le loro speranze, i loro sogni, e possiamo soltanto immaginare l’angoscia che i loro genitori stanno provando ora”. Quello accaduto in Nigeria non è un episodio isolato, ha proseguito la first lady, ma “una storia cui assistiamo ogni giorno, quando ragazze in tutto il mondo rischiano la vita per perseguire le proprie ambizioni”.

Ha menzionato il caso di Malala Yousafzai, la giovane pakistana gravemente ferita dai talebani nel 2012 e poi diventata voce dei diritti all’educazione delle bambine.

La moglie del presidente ha poi sottolineato che oltre 65 milioni di bambine in tutto il mondo non vanno a scuola, anche se le donne che hanno una istruzione guadagnano più denaro e hanno famiglie più benestanti. “Quando sale il numero delle ragazze che frequentano la scuola secondaria, cresce l’intera economia del loro Paese. Quindi l’istruzione è davvero la miglior possibilità di un futuro più luminoso, non solo per loro ma per le famiglie e le nazioni”, ha proseguito.

Michelle Obama già all’inizio della settimana ha espresso la sua solidarietà per il sequestro: ha scritto un ‘tweet’ di suo pugno a cui ha aggiunto una sua foto, in cui sostiene un cartello con su scritto il ‘leitmotiv’ della campagna internazionale per il rilascio delle giovani, BringBackOurGirls.

INDIGNAZIONE ONU - Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha espresso la sua “profonda indignazione” per il sequestro delle oltre 200 ragazze nigeriane e ha chiesto la loro liberazione immediata e incondizionata. Il massimo organo decisionale delle Nazioni Unite ha avvertito che questo genere di azioni potrebbero considerarsi “crimini contro l’umanità e ha chiesto la collaborazione di tutti i governi per poter assicurare i responsabili alla giustizia.

L'ACCUSA DI AMNESTY - Le forze armate nigeriane erano state informate del piano di attacco dei jihadisti di Boko Haram alla scuola di Chibok, che ha portato al sequestro di oltre 200 ragazze, ma non sono intervenute. Questa la pesante accusa mossa oggi da Amnesty International.

ESERCITO NIGERIANO: RICERCHE 24 ORE SU 24- L’esercito nigeriano è impegnato 24 ore su 24 nella ricerca delle studentesse rapite dai jihadisti di Boko Haram. E’ quanto ha detto il portavoce delle forze armate dopo la denuncia espressa oggi da Amnesty International sul mancato intervento dell’esercito di Abuja contro gli islamisti. In una conferenza stampa, il generale Chris Olukolade ha riferito di due divisioni impegnate nelle ricerche nel nord del paese, lungo il confine con Niger, Ciad e Camerun, mentre i militari alla frontiera sono in stato di massima allerta. E l’aviazione ha già effettuato più di 250 sorvoli sulle zone dove le ragazze potrebbero essere detenute all’interno del paese. “La sfida principale è posta dal fatto che alcune informazioni ricevute finora si sono rivelate false e questo risulta faticoso per i gruppi di ricerca - ha aggiunto Olukolade - tuttavia non ci scoraggiamo”. Sono arrivate ad Abuja anche squadre di esperti americani, britannici e francesi.

INTERPOL OFFRE AIUTO - Anche l’Interpol ha offerto la propria collaborazione alle autorità nigeriane per rintracciare le oltre 200 studentesse rapite a metà aprile dai jihadisti di Boko Haram. In una lettera inviata al presidente nigeriano, Goodluck Jonathan, il capo dell’Interpol, Ronald Kenneth Noble, ha espresso la disponibilità dell’organizzazione a “fornire qualsiasi genere di assistenza venga richiesta per individuare e garantire il ritorno delle ragazze alle loro famiglie, e per consegnare alla giustizia i responsabili”, definiti dei “codardi depravati che non meritano pietà nè compassione”.

VEDOVA MANDELA: LIBERATELE  - Graça Machel, la vedova di Nelson Mandela, ha rotto il silenzio imposto dal lutto, per lanciare un appello a favore della liberazione delle studentesse rapite. “Il governo nigeriano ha la responsabilità di proteggere i suoi cittadini e di garantire la loro sicurezza - ha scritto Machel in una lettera aperta - se il mondo è capace di mobilitare tutti i mezzi a disposizione per cercare un aereo scomparso con 239 passeggeri, può certamente mobilitare questi stessi mezzi per ritrovare le nostre ragazze. Loro non meritano niente di meno”. Dalla morte di Mandela, il 5 dicembre scorso, Graça Machel si è imposta di rispettare un silenzio di sei mesi, come previsto dalla tradizione Xhosa, la popolazione dell’eroe della lotta all’apartheid. “Ho deciso di violare le restrizioni imposte dal mio lutto perchè il silenzio non è un’opzione. So che Madiba comprenderà e approverà”, ha spiegato.

MOGHERINI: POSIZIONE COMUNE EUROPEA - “Pensiamo che ci debba essere una posizione comune europea e soprattutto che questo debba essere fatto in raccordo con il governo nigeriano”. Lo ha detto i ministro degli Esteri Federica Mogherini. Il ministro ha poi aggiunto che “abbiamo bisogno insieme alle campagne di mobilitazione dell’opinione pubblica anche di capire concretamente cosa si possa fare a livello internazionale”. Mogherini ha poi ricordato che “lunedì al prossimo Consiglio Affari esteri il tema sarà in agenda”.