Roma, 7 luglio 2011 - Battute al vetriolo da parte di Giulio Tremonti sul collega Renato Brunetta nel corso della conferenza stampa di ieri per la presentazione della manovra economica. Lo rivela un video di Repubblica Tv.

 

"E' proprio un cretino... Questo è il tipico intervento suicida", è il commento fuori onda del ministro dell'Economia all'intervento di quello della Pubblica amministrazione che sta illustrando i correttivi alla spesa del pubblico impiego. Il titolare del dicastero di via XX Settembre si rivolge ai funzionari del Tesoro, che rincarano la dose.

 

Nel filmato, infatti, si vede Tremonti che si copre il volto e si rivolge al ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio, dicendogli "questo è il tipico intervento suicida". Poi aggiunge: "... ...è proprio un cretino". E il ragioniere: "Anche perché in una manovra di 34 miliardi e nove... il pubblico impiego è a 0,6... è inutile che gliene parli, no?".

 

Tremonti insiste sarcastico: "Eh, ma deve parlare!". Dall'altro lato del ministro siede il capo di gabinetto del ministero Vincenzo Fortunato che chiosa: "È un massacro". E il ministro del Tesoro replica caustico: "Devo dirlo?".

 

Ma non è finita. Brunetta continua il suo intervento e il ministro dell'Economia si spazientisce sempre più. Ad un certo punto si rivolge a Sacconi: "Maurizio, è scemo eh?". E il ministro del Welfare: "Io non lo seguo neppure".

 

LE SCUSE - Al siparietto, però, non sarebbe seguito nessuno strappo nel governo anche perché Tremonti si è scusato con il collega nel conrso del consiglio dei ministri odierno. "E’ venuto Giulio e mi ha abbracciato, chiedendomi scusa - ha infatti raccontato lo stesso Brunetta -. Io, però, non ho ancora capito cosa sia successo. Ma si sa, non sono veloce di comprendonio”.

 

Brunetta cerca poi di chiudere il caso con una battuta: “I fuorionda non li considero - ha detto nel corso di una conferenza stampa alla Farnesina - li considero alla stregua di intercettazioni illegali. Se fossero pubblicati tutti i fuorionda...”.

 

L’inquilino di palazzo Vidoni ha ribadito che non si era accorto di nulla, che non ha sentito le parole assai poco lusinghiere che gli ha rivolto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Per spiegare quell’episodio, Brunetta ha fatto riferimento a una metafora: “Se un cittadino normale arrivasse nella redazione di un giornale e vedesse il clima di nervosismo e confusione presente verso la chiusura dubiterebbe dell’uscita del giornale.  Immancabilmente, però, il giornale esce. Le due cose sono assolutamente compatibili: confusione operativa nei momenti di chiusura e il prodotto finale. E uno giudica il prodotto finale, la qualità del giornale”.

 

SACCONI -  “In quel momento non stavo seguendo la conferenza perché immerso nella lettura, come si vede e si sente chiaramente dal video”.

 

SALVA FININVEST - Tremonti sapeva della norma sul lodo Mondadori? “Non lo sapeva nessuno. Nemmeno Tremonti”. Così il ministro delle riforme, Umberto Bossi, ha risposto ai giornalisti lasciando Montecitorio. Sull’ipotesi che la norma salva Fininvest venga ripresentata in Parlamento, il Senatur ha detto: “Non so niente”.

 

TRICHET: "UNA BUONA MANOVRA" - "Le misure prese dal Governo italiano sono state difficili da prendere ma ritengo siano buone”, soprattutto si tratta di “decisioni che vanno, credo, nella buona direzione’’.

 

Ad affermarlo è il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, nel corso di una conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo che ha aumentato di 25 punti base i tassi.

 

Nel corso della riunione del Consiglio direttivo della Bce, sottolinea comunque Trichet rispondendo ad una domanda dei giornalisti al termine del board, ‘’non si è discusso della situazione dei conti pubblici italiani e della manovra’’. Il presidente della Bce, senza citare nessun paese membro in particolare, ha invitato i paesi ad ‘’impegnarsi in riforme strutturali’’ e a ‘’superare le eccessive rigidità’’ presenti nei rispettivi paesi.

 

Il discorso scivola poi sulle agenzie di rating. Il sistema attuale di queste agenzie, secondo Trichet, è “un piccolo gruppo oligopolistico”, che “probabilmente non è la cosa più auspicabile per la finanza globale”. Ma si tratta di una questione su cui “dobbiamo riflettere a livello globale, e riflettiamo su questo in seno al Financial Stability Board”, ha detto, riferendosi all’ente di consultazioni internazionali presieduto dal governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi.