Roma, 10 settembre 2011 - "Ce la dobbiamo fare, ce la possiamo fare". Io non ho mai dubitato un solo momento della capacità di un paese come il nostro, che si è rialzato da cadute tremende, di trovare la strada di un nuovo sviluppo nel prossimo futuro". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rispondendo a Bruno Vespa nello speciale 'Porta a Porta' sull'11 settembre che andrà in onda questa stasera su Rai1.

 


"Per questo è indispensabile più di una cosa - ha sottolineato il Capo dello Stato -. La prima cosa è capire quanto sia cambiato il mondo, capire che noi tutti qui, e voglio dire di ogni classe sociale, non solo di ogni parte politica, non possiamo più ragionare come se stessimo nel 1980. Siamo nel 2011 e bisogna trarne tutte le conseguenze, anche dal punto di vista delle nostre aspettative e dei nostri comportamenti, individuali e collettivi. E la seconda cosa da capire è che noi ci siamo rialzati da cadute tremende del passato come dopo la Seconda guerra mondiale perché abbiamo saputo trovare un forte cemento unitario nazionale al di là delle divisioni politiche che pure negli anni '40-50 erano molto aspre. Dobbiamo saper ritrovare egualmente il modo di costituire un forte cemento unitario, una forte coesione nazionale e sociale nell'interesse del nostro Paese".

 

"Io non metterei così meccanicamente in relazione la crisi finanziaria con l'attacco alle Torri Gemelle, cioè con l'esplodere del terrorismo di matrice fondamentalista islamica", ha anche detto il Capo dello Stato. "La crisi finanziaria globale è scoppiata, ha preso corpo, tra il 2007 e il 2008. Quello che però è essenziale quanto è cambiato nel decennio il mondo, dal punto di vista degli equilibri economici e politici mondiali. E si sono fatti passi in avanti molto forti nella via della globalizzazione. Siamo davvero diventati un mondo interconnesso e c'è una interconnessione tra gli aspetti di sicurezza, gli aspetti economici e gli aspetti politici. Per l'Europa, per paesi come il nostro, tutto è cambiato. Sono comparsi nuovi grandi attori sulla scena economica mondiale, la competizione si è fatta estremamente dura, estremamente difficile e di fronte a queste nuove prove, l'Italia ha mostrato e sta mostrando, insieme con i suoi punti di forza che ci sono - e guai a sottovalutarli - anche i punti deboli, i problemi irrisolti che si trascina da troppo tempo dietro".

 

BERLUSCONI - Il premier esclude un nuovo ritocco alla manovra economica. "No ritengo di no perché questa manovra è stata fatta da noi seguendo tutte le indicazioni delle Banca Centrale Europea", ha risposto il presidente del Consiglio nell’intervista a ‘Porta a porta’, per lo speciale sull’11 settembre, alla domanda se il testo andrà rafforzato. Le indicazioni "ci sono state inviate in quella lettera che la stessa Bce ci chiese di tener riservata", ha ricordato Berlusconi. Ora, ha aggiunto, "noi speriamo che, essendo stata la nostra una risposta ferma alle richieste che ci sono state fatte attraverso la Bce dai mercati, che questi ultimi tengano conto e che noi si possa superare questa difficile fase per i nostri titoli del debito pubblico".

 

"Il percorso della manovra non è stato facile perché la Bce dopo che noi avevamo interpellato i suoi vertici, perché sentivamo che la speculazione internazionale stava venendo addosso ai nostri titoli del debito pubblico, ecco quella manovra ci fu ‘beccata’ direi dalla Banca centrale europea con la condizione che noi avremmo dovuto anticipare il pareggio di bilancio al 2013 con quello che era il 2014", ha raccontato Berlusconi.

 

"Ci dissero anche che dovevamo farlo entro il venerdì sera perché avevano bisogno di due giorni per convocare e sentire i governatori di tutte le Banche Centrali che poi avrebbero dovuto sentire i Premier di tutti i Paesi, anche perché i soldi della Bce sono soldi di tutti cittadini", ha proseguito il premier, "quindi noi ci trovammo a dover fare in quattro giorni una manovra di 50 miliardi, se si aggiungono a quelle che sono le nuove misure, le misure che avevamo assunto con le precedenti manovre. Una cosa assolutamente difficile".

 


BERSANI: QUESTA MANOVRA NON BASTA - "Quest’ultima manovra in corso non può metterci fuori dai guai. Questa manovra dà per scontate cose che non possono succedere". Così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, nel suo intervento conclusivo della Festa del Pd a Pesaro. "Questa manovra non chiede soldi a chi ce li ha, chiede soldi a chi non ce li ha. Tutto il peso cade sui ceti popolari e sui ceti medi - sottolinea - E allora, fare presto, sì, ma fare bene. Fare solo presto senza fare bene significa essere daccapo il mese prossimo in condizioni sempre più difficili". E accusa: "Con la ricetta di Berlusconi siamo diventati lo strapuntino dell’Europa e del mondo". Una ricetta fallimentare, che ci ha fatto diventare "la zavorra d’Europa". "Berlusconi - dice - deve togliersi di lì o ci porterà a fondo". 

 

Bersani però assicura: "Confermiamo la nostra disponibilità a discutere di un passaggio, di una transizione che sia affidata a un governo più credibile, un governo che possa reggere l’emergenza, fare una riforma elettorale e portarci al voto con nuovi protagonisti e nuove idee".

 

CASINI: INTESA DI FINE LEGISLATURA  - "Un passo indietro deve farlo il presidente del Consiglio ma deve farlo anche l’opposizione che non può salvarsi la coscienza solo proponendo a Berlusconi di andarsene via: noi dobbiamo essere disponibili a concordare con lui e il Pdl l’agenda di fine legislatura perché insieme si realizzi un grande sforzo di pacificazione nazionale". E’ la proposta lanciata dal leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, alla festa del partito.

 

"Nelle divisioni e nelle liti - ha aggiunto - c’è la rovina dell’Italia e di tutti noi. Non possiamo essere ridotti a mendicare fuori dalla porta la benevolenza dei governanti europei. Non aspettiamo che ci salvino gli altri. Siamo noi che dobbiamo farlo. Ma maggioranza, opposizione insieme non bastano se non ci sarà un coinvolgimento della società civile: non l’evocazione di uomini della provvidenza ma la chiamata al lavoro di personalità già sperimentate a livello europeo che siano garanzia per i mercati, gli investitori e i nostri partner comunitari di un’Italia che finalmente vuole fare sul serio. Un governo politico con le migliori energie del paese".

 

Per Casini "la manovra è stata un balletto indecente, manca di credibilità con i balbettii del governo, le marce avanti e indietro. Se andiamo avanti così, tra pochissime settimane dovremo fare un’altra manovra". E spiega: "E' tutta costruita sull’ inasprimento della pressione fiscale e non c’è niente per la crescita". "Oggi - prosegue - Tremonti dice che ci saranno provvedimenti per la crescita. Speriamo che non ce ne siano cinque versioni come è stato per la manovra".

 

BERLUSCONI: RISPETTARE IL VOTO - "Non lo so, francamente non lo so. Io sono un semplice, guardo sempre e comunque al voto degli elettori". Così Silvio Berlusconi, arrivando al ricevimento per il matrimonio di Brunetta, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano della proposta avanzata da Pier Ferdinando Casini per un patto di legislatura da concordare tra il premier, il Pdl e le opposizioni.