Roma, 26 ottobre 2011 La lettera di intenti che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi consegnerà al Consiglio europeo in giornata, contenente le misure che si dovrebbero approvare per risanare il debito pubblico, "ha bisogno di qualche messa a punto e di qualche ritocco". Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi sul sito archelogico di Pompei, congedandosi prima del previsto dalla sala stampa. Detto, fatto. Alle 15 in punto Berlusconi ha lasciato Palazzo Grazioli per volare a Bruxelles dove in serata è atteso alla riunione del Consiglio Europeo. In mano, la lettera 'ritoccata', dopo un ultimo summit con Gianni Letta, i ministri Calderoli e Brunetta e il segretario del Pdl Alfano.

 

RBOSSI ATTENDISTA - "Una strada l’abbiamo individuata, ora bisogna vedere cosa dice l’Europa”. Così il leader della Lega, Umberto Bossi, ieri aveva risposto ai cronisti che chiedevano se si fosse trovata una intesa nella maggioranza sulle misure da presentare a Bruxelles. Il leader del Carroccio ieri sera a Palazzo Grazioli con una delegazione della Lega ha incontrato il premier Berlusconi già riunito con Gianni Letta e i ministri Romani e Brunetta. Con loro anche i capigruppo di Camera e Senato Marco Reguzzoni e Federico Bricolo e il governatore del Piemonte Roberto Cota. Il pacchetto pensioni per l'Europa prevederebbe questa novità sostanziale: raggiungere nel 2026 i 67 anni d’età per il pensionamento di vecchiaia (incluso quello delle donne, anche nel settore privato). E’ quanto è scritto, spiegano fonti presenti al vertice a palazzo Grazioli, nero su bianco nella lettera che Silvio Berlusconi porterà a Bruxelles. Nessun altro riferimento alla riforma previdenziale, ma solo l’indicazione del raggiungimento di questo obiettivo.
SONDAGGIO - In pensione di vecchiaia a 67 anni, sei d'accordo?
 

 

LEGA IN SOCCORSO - Su questo punto, spiegano le stesse fonti, la Lega avrebbe dato il suo assenso, ribadendo tuttavia la netta opposizione a qualsiasi intervento sulle pensioni di anzianità. Nulla di diverso, fanno osservare fonti leghiste, di quanto siglato nell’accordo sul decreto della manovra del 13 agosto scorso. Per il resto nella missiva rientrano misure sulle liberalizzazioni, sulle privatizzazioni, sulle semplificazioni normative a vantaggio delle imprese e sul piano delle infrastrutture. Berlusconi, secondo quanto viene riferito, punta ad ottenere dalla Unione europea ad un via libera di massima sull’impegno assunto dal governo italiano, convinto che i colleghi europei non attaccheranno l’Italia, anche per non compromettere la stabilità dell’Unione. A incontro finito Umberto Bossi è stato intercettato dai giornalisti: "Ministro, avete raggiunto un’intesa sulle pensioni?’’. Il senatur non risponde, ma fa ai cronisti il gesto delle corna dal finestrino abbassato e se ne va. Il vertice è terminato dopo oltre due ore. Gli ultimi a lasciare la residenza romana di Silvio Berlusconi, sono stati il ministro leghista Roberto Calderoli, il governatore del Piemonte, Roberto Cota e i due capigruppo del Carroccio di Camera e Senato. Hanno lasciato palazzo Grazioli anche il segretario del Pdl, Angelino Alfano, e i sottosegretari Gianni Letta e Paolo Bonaiuti.Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, aveva già anticipato brevemente il contenuto della lettera alla trasmissione televisiva Ballarò. Bossi ha così compiuto una pubblica retromarcia, visto che nel pomeriggio sul possibile innalzamento delle pensioni Bossi aveva sentenziato: «Non è possibile, 67 anni non possiamo farlo per far piacere ai tedeschi. La gente ci ammazza». Evidentemente, ha cambiato idea.



MA COSA DIRA' LA UE? - Come dice il Senatùr, ora "bisogna vedere cosa dirà l'Europa". La linea decisa è di presentare una lettera ‘politica’, di intenti, nero su bianco gli orientamenti del governo sulle misure per la crescita. Liberalizzazioni, privatizzazioni, misure sul pubblico impiego: l’elenco è lungo, ma non sarebbero indicate date e tempi di approvazione, mentre proprio ieri il portavoce del presidente della Commissione Ue Josè Barroso era intervenuto sollecitando l'Italia affinché mettesse nero su bianco "impegni specifici" da attuare in un "orizzonte temporale chiaro". Il Capo dell’esecutivo si presenterà quindi a Bruxelles in tarda serata, ma resta la preoccupazione su quale potrà essere la reazione della Ue. Non è solo il Senatur a professare pessimismo. Lo stesso presidente del Consiglio teme la risposta dei mercati, soprattutto in vista di venerdì quando si terrà un’altra asta dei titoli italiani.

 

RISCHIO CRISI - Si rischia la crisi di governo? "Certo. Stavolta la situazione è molto pericolosa". Così il leader della Lega, Umberto Bossi, ha risposto ai giornalisti arrivando a Montecitorio. Appoggereste un governo a guida Gianni Letta? “Noi non facciamo governi tecnici”, risponde perentorio. E alla domanda ‘se cade l’attuale esecutivo, si va al voto?’, il Senatur ha risposto: "Certo". Secondo Bossi "l’Europa vuole far fare un passo indietro a Berlusconi. Quello dell’Europa è un colpo contro Berlusconi”. Il leader della Lega annuncia che oggi non vedrà il pemier: "Starò a guardare le proposte che mi fanno". GUARDA IL VIDEO

 

L'ATTACCO A DRAGHI - A giudizio del Carroccio,  la lettera della Bce al governo italiano è "un attacco", "una fucilata" al premier Silvio Berlusconi. "Noi siamo contrari ai governi tecnici - ha spiegato il Senatur - anche se chi fa quella roba lì è un italiano, quello che ha scritto la lettera che viene dall’Europa è un italiano. Addirittura a un certo punto dice che bisogna privatizzare le farmacie, sono stupidaggini. La lettera è una fucilata a Berlusconi più che altro".

 

NO PADANO AI CONDONI - La Lega in ogni caso non è disposta a trattare sulla possibilità di fare dei condoni. Ai giornalisti che gli domandano se la Lega è disposta a cedere su questo punto, il Senatur risponde con un secco "No".  BOZZA DEL DL SVILUPPO - Leggi il documento con le ipotesi in circolazione

 

 

ALFANO OTTIMISTA - Il rapporto tra Pdl e Lega “tiene”, ha detto Angelino Alfano ieri a Porta a Porta. Quando Bruno Vespa ha chiesto se anche questa volta il centrodestra l’ha “sfangata”, Alfano ha risposto: “Il suo verbo è abbastanza greve, anche oggi si è dimostrato che tiene il rapporto tra due partiti che hanno assicurato fin qui riforme e stabilità al paese. L’unità tra Pdl e Lega si è raggiunta con la decisione di rispondere puntualmente all’Ue con una serie di puntualizzazioni sulle cose fin qui fatte e le cose che intendiamo fare. Lo abbiamo fatto in uno spirito di seria valutazione di ciò che il Paese sta vivendo e credo che anche domani all’eurogruppo vi sarà un atteggiamento positivo nei confronti dell’Italia”.

 

SUCCESSIONE? "VEDREMO" - Il centrodestra deciderà solo il prossimo anno il nome del candidato premier. Secondo Alfano "la cosa è ancora tutta da misurare, dipende dall’evoluzione dell’attività di governo da qui al 2013, se faremo qualche gol potremo dire abbiamo faticato per un po’, poi però abbiamo portato a casa il risultato”. "Se in questo momento ci sono due coalizioni che sostanzialmente si equivalgono e se è vero, come dicono i sondaggisti, che ci sia una netta prevalenza dei nostri elettori che hanno già operato una scelta, quella di dire 'io non voto a sinistra', e sono indecisi tra il non voto e il tornare a votare per noi, è un insieme di condizioni che disegna una partita aperta. Noi potremmo vincere anche senza il Terzo polo”, questo il ragionamento dell'ex Guardasigilli, ora segretario del Pdl.

 

MARONIANI ATTENDISTI - E mentre la partita a poker tra Berlusconi e Bossi continua, nella Lega i 'maroniani' prendono in seria considerazione l’ipotesi di una fine anticipata del governo e si preparano già al dopo Berlusconi. Il ragionamento, spiegano fonti leghiste vicine al ministro dell’Interno, è questo: nell’ultimo anno e mezzo è stato eroso il consenso raccolto dalla Lega in 10 anni. Quindi, prosegue un maroniano, la soluzione tatticamente più utile al Carroccio sarebbe quella di far cadere l’esecutivo sulle pensioni, avere un governo tecnico di cui la Lega non faccia parte e che si occupi al posto nostro di "spalare la m...", viene detto senza eufemismi, e cioè di tirar fuori l’Italia dalle secche pensando a provvedimenti per la crescita e a fare una riforma elettorale. In questo modo, ragionano i maroniani, il Carroccio avrebbe tutto il tempo di riorganizzare il proprio partito e così di recuperare il consenso perduto, perché stando all’opposizione è più facile uscirne con le mani pulite qualora si dovessero varare misure difficili da far digerire agli elettori.

 

FINI A BALLARO' - "Il governo dice no alla patrimoniale (una misura ragionevole chiesta anche da Confindustria) perché il più ricco contribuente italiano si chiama Berlusconi’’, ha detto Gianfranco Fini ieri sera a Ballarò. Immediata la protesta del ministro Mariastella Gelmini che ha spiegato: ‘’Siamo contrari perché il nostro elettorato non condivide la patrimoniale e perché non è coerente con i nostri principi e i nostri valori’’. ‘’Difendete l’indifendibile’’, le ha ribattuto il presidente della Camera. ‘’Ho capito - è stata la risposta della Gelmini a Fini - che per lei è cominciata la campagna elettorale’’. Poi Fini ha parlato delle pensioni: "Voglio essere un po’ cattivello... Non tutti sanno che c’è una insegnante che è andata in pensione a 39 anni... E’ la moglie dell’onorevole Bossi”. Colpito e affondato. Ecco perché stamattina, alla Camera, tutti i deputati del Carroccio hanno contestato Fini (LEGGI il servizio in home)