Roma, 14 novembre 2012 - Continua a suon di botta e risposta lo scontro fra Pd e Pdl sul mancato election day. Il voto regionale si terrà i prossimi 10 e 11 febbraio, quindi non in concomitanza (salvo crisi di governo) con quello per le politiche. "Questo giochino ci costa 100 milioni di euro: chiamiamolo 'tassa Bersani'. E' inaccettabile che il governo si metta ai suoi piedi", tuona in mattinata Angelino Alfano. "Non faccia il mestiere del presidente della Repubblica, ma il suo lavoro", replica Bersani. E all’obiezione sui costi di due diverse elezioni, il leader del Pd ribatte: "Alfano dica quanto costa tenere in piedi delle Regioni senza che facciano nulla".

Dai microfoni del Tg2 la risposta del segretario del Pdl: "Bersani sa benissimo che il suo capriccio costerà 100 milioni di euro al contribuente italiano e tutto questo mentre non si trovano i soldi per le forze dell’ordine. Noi ci batteremo e davvero chiediamo al governo di rimediare a questo colossale errore entro venerdì”.

RISCHIO CRISI  - Dopo la lite, la minaccia. In serata si apprende che il Pdl sarebbe pronto a mettere in crisi il governo in caso di mancato election day.  Silvio Berlusconi avrebbe fatto questa considerazione nel corso di un vertice oggi a palazzo Grazioli con Letta, Verdini e lo stesso Alfano.

Nel corso della riunione, a quanto raccontano, si sarebbe deciso di insistere perché si arrivi ad un unica data per il voto anticipando le elezioni politiche a febbraio. L’ipotesi coinvolgerebbe anche la Lega Nord con cui in queste ore sono in corso dei contatti.