Roma, 30 dicembre 2012 - Complice il tempo clemente sulla maggior parte dell’Italia, si profila un buon risultato per le primarie dei candidati del Pd in parlamento. Alle urne è andato circa il 30-35% degli elettori che aveva votato il 25 novembre per la scelta del candidato premier e alla fine si dovrebbe superare quota 1 milione, forse anche 1 milione e 200mila.

"ROTTAMAZIONE" RIMANDATA - La prima tornata di ieri ha portato molte conferme e qualche sopresa. Rosy Bindi ha stravinto a Reggio Calabria, a dispetto di chi come Matteo Renzi avrebbe voluto rottamarla. “Il segnale che il partito voleva dare con la mia candidatura credo sia stato capito e apprezzato ben oltre le mie aspettative”, ha commentato.

CONFERME ANCHE A MILANO E TORINO - Benissimo sono andati Barbara Pollastrini a Milano e Cesare Damiano a Torino, i più votati nelle rispettive province. E ancora Gianpiero Bocci a Perugia, Andrea Orlando a La Spezia, in predicato per un posto da capolista, e Pippo Civati a Monza. Deludente invece il risultato di Giorgio Gori, che ha avuto solo il 13% a Bergamo, che pure non si dà per vinto: “Il quarto posto in effetti non garantisce un posizionamento blindato nella lista per il Parlamento ne’ in alcun modo preclude la possibilità di essere tra gli eletti. Dipende da come andrà il Pd alle elezioni “, ha commentato. Ha gettato la spugna il segretario Pd umbro Lamberto Bottini, sesto su sette candidati a Perugia. Nel pomeriggio ha annunciato le sue dimissioni. Per il resto, le sorprese sono venute dai giovani. Dietro a Damiano in Piemonte si sono piazzate tre donne, tra cui la giovanissima Francesca Bonomo mentre male sono andati Fabrizio Morri e Pietro Marcenaro. Premiate le donne impegnate nella battaglia sulla legalità. A Caserta, Pina Picierno ha avuto oltre 5mila preferenze. A Imperia ha trionfato Donatella Albano, ex consigliera comunale di Bordighera, che per prima denunciò le infiltrazioni della criminalità organizzata nell’amministrazione, poi sciolta nel marzo del 2011. Attesi nella notte i risultati delle 11 regioni al voto oggi. In lizza, a Taranto, Anna Finocchiaro. E in corsa ci sono molti ‘renziani’ doc, a partire da Matteo Richetti in Emilia.

RISULTATI ABRUZZO - Il senatore uscente Giovanni Legnini, espressione dell’area chietina, con 3570 voti è stato il candidato più votato in Abruzzo, nell’ambito delle primarie per i parlamentari del Pd che si sono svolte ieri; subito dopo Legnini si posiziona l’ex presidente della Provincia dell’Aquila, Stefania Pezzopane, candidata alla Camera, che, con 3.159 voti, e’ la ‘new entry’ piu’ votata in regione. Nel complesso, le ‘new entry’ fanno registrare risultati positivi e, in molti casi, superano i parlamentari uscenti: nel Pescarese, ad esempio, il segretario provinciale del partito, Antonio Castricone, con 2.441 voti supera la deputata Vittoria D’Incecco (1.844); nell’Aquilano Pezzopane ha superato il deputato Giovanni Lolli (2.598). Nel Chietino, invece, dopo Legnini, ad ottenere più voti è stata Maria Amato, con 3.066 preferenze; nel Teramano, infine, e’ stato riconfermato l’uscente Tommaso Ginoble (2.759), seguito dal consigliere provinciale ed ex sindaco di Bellante Renzo Di Sabatino (2.212).

Il dato complessivo sulle affluenze parla di circa 30mila abruzzesi che sono andati a votare nei 220 seggi della regione: circa ottomila nel Teramano, oltre 7.500 nel Chietino, settemila nell’Aquilano e 6.300 in Provincia di Pescara. Nonostante i dati parziali facessero pensare ad un crollo dell’affluenza, il dato complessivo - i votanti sono stati circa la meta’ di quelli che hanno partecipato alle primarie per il candidato premier - lascia soddisfatto il coordinamento regionale per le primarie, che definisce quello dei 30mila votanti come un dato ‘’estremamente rilevante’’. Per quanto riguarda le primarie di Sinistra Ecologia e Liberta’ in testa ci sono, per la Camera dei deputati, Gianni Melilla, con 1.686 voti, e per il Senato Anna Suriani (1.160). I votanti, nei 75 seggi allestiti in tutta la regione, sono stati circa 4.200.

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BERSANI ATTACCA - Massimo rispetto per il presidente del Consiglio, ma dopo la sua decisione di fare politica serve “chiarezza” per rispetto agli elettori che saranno chiamati a votare a febbraio, chiede il segretario del Pd Pier Luigi Bersani che al seggio di Piacenza per votare alle primarie per i parlamentari del centrosinistra, avverte Mario Monti: a lui “pongo delle domande politiche”, fermo restando che “io voglio organizzare il campo dei progressisti e poi tenere la testa aperta a forze europeiste che siano alternative al populismo e a Berlusconi”.

“Io non faccio polemica, sono molto rispettoso. Ho rapporti ottimi con Monti. Adesso ha scelto di essere una parte politica e quindi io pongo delle domande politiche amichevolmente perché quando si va davanti agli elettori ci vuole chiarezza”. Per esempio, ha spiegato, “Monti vuole mettersi in Europa nello stesso posto dove è Berlusconi? O dove altro? Domanda legittima. Monti e il centro pensano che il bipolarismo non vada bene? Vogliono smontarlo? E se non vogliono smontarlo, da che parte si mettono?”. Inoltre “ho obiettato anche attorno all’esigenza di essere molto rigorosi nella distinzione tra politica ed istituzioni. Io ho molta stima e rispetto di Bondi, ma sta facendo un altro mestiere, non può farne un altro”.

Nelle prossime settimane “arriveremo al merito”, ha aggiunto il segretario del Pd: “Cosa pensa dei diritti civile, degli esodati... Io ho detto da due anni che voglio organizzare il campo dei progressisti e poi tenere la testa aperta a forze europeiste che siano alternative al populismo e a Berlusconi. Quindi la mia proposta rimane ferma. Però parliamo di politica, vediamo di chiarirci”.

Infine, la sconfitta di Giorgio Gori alle primarie per i parlamentari del Pd deve essere letta a partire da Bergamo, dal radicamento che lo spin doctor di Matteo Renzi ha nel suo territorio. “Chi ha lavorato ha avuto il suo premio” ha detto il segretario Pier Luigi Bersani secondo il quale alle fine della due giorni di voto emergeranno come candidati al parlamento tantissimi giovani, espressione del territorio. “Queste primarie chi si è candidato le ha fatte a casa sua - ha precisato Bersani - Non so le dinamiche e il radicamento che ognuno ha sul territorio, bisognerebbe andare a chiederlo a Bergamo. Io voto il mio deputato a Piacenza”. “E’ giusto che chi ha macinato lavoro abbia anche risultati - ha aggiunto il segretario del Pd -. Basta vedere una certa Angelica di Salerno, una ragazza di un piccolo comune che prende novemila voti. Vedrete quanti giovani sbucano. La gente ha buon senso, non fa un fatto puramente anagrafico, ma se può incoraggiare una donna o un giovane lo fa sempre e i risultati diranno questo. Naturalmente chi ha lavorato ha avuto il suo premio però se ne è andato a cercare”.

CASINI - “Quando Piero Grasso, procuratore nazionale Antimafia, si candida con il Pd risponde a ‘un imperativo morale’ Quando Enrico Bondi accetta di contribuire a un lavoro di accertamento sulla trasparenza delle candidature di un nuovo soggetto politico commette ‘un vulnus istituzionale’. No, caro Pier Luigi, questa doppia morale non mi convince e mi induce a più amare riflessioni: il Pd non vuole un’area centrista competitiva e scomoda perché preferisce il vecchio ed eterno scontro con Berlusconi, diventato avversario di comodo”. Lo afferma il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini. “In realtà -aggiunge- le parole di Bersani confermano che siamo sulla strada giusta. Le persone e le situazioni non possono essere valutate diversamente, secondo le convenienze politiche”.

PDL-LEGA -  La rottura tra Pdl e Lega, è segno che la destra “ha dei guai”. Per il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, è la “resa dei conti” di “dieci anni di governo” Berlusconi “disastroso” e dell’incapacità di fare autocritica. “Così vanno contro un muro... uno sport che può anche piacere”.

"UN MILIONE AL VOTO" - Il Pd ha avuto “coraggio” a fare le primarie anche per scegliere i parlamentari che potranno essere eletti alle prossime politiche e “la grande parte sarà espressione autentica dei territori”. Ne è convinto il segretario Pier Luigi Bersani secondo il quale alla fine della due giorni in tutt’Italia il bilancio sarà di un milione di votanti.
“Quando chiamiamo la gente a partecipare va benissimo - ha commentato Bersani al seggio di Piacenza -. In politica bisogna avere coraggio. Noi avremo un sacco di gente che va a votare per queste primarie per i parlamentari ed è una novità assoluta nella storia di questo paese. Siamo l’unico partito che le fa. Certo che ci abbiamo messo del coraggio a farle in questo periodo, però sta andando tutto bene”.

La giornata di ieri, intanto, che ha visto le altre nove Regioni al voto (Piemonte, Liguria, Lombardia, Alto Adige, Umbria, Abruzzo, Molise, Campania e Calabria), si è chiusa con i primi risultati che hanno premiato in provincia di Torino l’ex ministro del Lavoro del governo Prodi, Cesare Damiano (con 5998 voti) e il segretario del Partito democratico di Torino, Paola Bragantini (4226).

Per la provincia di Monza-Brianza trionfa Giuseppe Civati, a Lecco Veronica Tentori, a Bergamo Elena Carnevali, che ha superato Giorgio Gori.

In provincia di Milano, dove hanno votato oltre 33mila persone, trionfano Lia Quartapelle, Franco Mirabelli, Barbara Pollastrini, Emanuele Fiano, Francesco Laforgia e Eleonora Cimbro.

{{WIKILINK}}Rosy Bindi{{/WIKILINK}} conquista, invece, la provincia di Reggio Calabria.