Roma, 12 gennaio 2013 - UN MINUETTO, una grande pagina di televisione perfettamente interpretata da due consumati uomini di spettacolo. Non poteva che essere un successo, la puntata di Servizio pubblico in cui Silvio Berlusconi ha incrociato la lama di Michele Santoro. E lo è stato: quasi nove milioni di telespettatori (8milioni 670mila, per la precisione) pari al 33,5% di share, 85mila contatti sul sito di La7 e Youtube, più di 200mila cinguettii su Twitter. Un record personale per Santoro, che mai, nell’intera sua storia professionale aveva avuto ascolti così alti. Una soddisfazione ‘politica’ per Berlusconi, che, contro quanti nel suo entourage lo invitavano a tenersi lontano dalla «tana del leone», ancora una volta ha avuto conferma del fatto che osare paga.

SECONDO Nicola Piepoli, dell’omonimo istituto di ricerca, da Santoro «Berlusconi ha preso almeno un punto di share personale». Per Roberto Weber, di Swg, i punti sarebbero due. Luigi Crespi, che prima di rompere ogni relazione con lui di Berlussconi fu il sondaggista più noto, la mette così: «Sarà ormai inadeguato a guidare il Paese e anche il partito, ma chi pensava che Berlusconi fosse diventato incapace di guidare uno studio televisivo ha fatto male i calcoli... Mai sottovalutarlo». E non c’è dubbio che così sia. Piepoli è, professionalmente parlando, sovreccitato: «L’uso delle metafore, il linguaggio del corpo, l’immagine della sedia di Travaglio spolverata col fazzoletto... Tutto, in Berlusconi, era rivolto all’immaginario, alla pancia e ai sentimenti del telespettatore». E poiché è alla pancia e ai sentimenti (giammai alla ragione!) che si deve rivolgere la comunicazione politica, ecco perché la performance televisiva messa in scena dal Cavaliere rimarrà celebre.
«Non mi apettavo ascolti così alti», si è schermito Berlusconi dopo aver precisato che «nulla» di quel che in studio gli è stato riservato lo ha «infastidito». E c’è da credergli. Il copione è stato infatti rispettato alla lettera, ciascuno ha fatto la propria parte, e trovandosi al centro di una scena ostile Berlusconi ha interpretato quella del domatore di leoni. Le accuse, pur ben argomentate, di Travaglio, Costamagna e Innocenzi hanno convinto solo chi già le condivideva: in tivù funziona così.

E COSÌ è stato anche per la paginetta antiTravaglio letta in studio dal Cavaliere. «Poteva essere scritta con più garbo ed ironia», commenta infatti Fabrizio Cicchitto. Il resto è spettacolo, con la regia di Santoro e Berlusconi come protagonista. Perciò appaiono esorbitanti certe reazioni del Pdl. Renato Brunetta che annuncia l’invio di «bende e cerotti» per medicare le ferite mediatiche di Santoro e compagni. Anna Maria Bernini che tripudia perché «lo volevano toro e ne è uscito torero». Esagerazioni. Era solo televisione. E a confrontarsi erano due maschere della medesima commedia. Altro che «sanguinoso duello stile Colosseo» come scrive il britannico Guardian. Santoro ha segnato il proprio record personale e di lui, certo pensando a se stesso, Berlusconi dice: «È un eccellente professionista, andrà avanti da protagonista sulla scena ancora per anni». Magari, come già fu, a Mediaset.

Andrea Cangini

MULTIMEDIA: ECCO TUTTI I VIDEO DELLA SERATA