Roma, 16 gennaio 2013 - Nessuna candidatura di Mario Draghi al Quirinale. Silvio Berlusconi torna sulle sue dichiarazioni di ieri e punta il dito contro i giornali che, "come al solito, stravolgono la realtà". Intervenendo a Radio Anch'io, il Cavaliere ha spiegato di non aver mai pensato all'attuale presidente della Banca centrale europea come prossimo capo dello Stato, "non per mancanza di stima o dubbi sul suo valore, ma perché sta facendo molto bene alla Bce ed è merito suo se si è calmata la speculazione finanziaria sui titoli del debito pubblico". Quindi, ha detto, non c’è "nessuna opportunità, né per lui né per noi, che lasci un incarico così importante". "Come al solito i giornali - ha aggiunto - stravolgono la realtà e pure di sottopormi a una brutta figura dicono ‘no di Draghi a Berlusconi’. Io ho risposto a una domanda di un giornalista che mi chiedeva cosa farei se ci fosse un proposta di candidatura Draghi al Colle".

Escluso, comunque, che il prossimo presidente della Republica possa essere Mario Monti. "Prima era un Monti diverso. Ci ha ingannato tutti", ha proseguito Berlusconi e ha insistito: "Ho una candidatura in pectore che potrà essere apprezzata da tutte le parti", ma che deve restare tale "altrimenti si brucia il candidato".

PPE - Berlusconi, poi, liquida come "una dichiarazione improvvida" quella del capogruppo al Parlamento europeo del Ppe Joseph Daul, che ha definito Mario Monti il candidato del partito. "Questo signore è uno dei 14 vicepresidenti del Ppe, che ha espresso una sua personale valutazione", ha commentato il presidente del Pdl.

NUOVO ATTACCO A MONTI - Il Cavaliere, quindi, è tornato ad attaccare il Professore. "Prima Monti ha messo l’Imu e ora dice di volerla togliere, poi ha fatto il redditometro e ora dice di non volerlo. O pensa che gli italiani siano matti o c'è in giro un matto che pensa di essere Monti", ha detto. Quindi ha ribadito: "Tra Monti e il Pd c'è un accordo per stare insieme" dopo il voto, "è chiaro, e gli italiani devono averlo presente: paghi uno e prendi due, voti Monti e prendi anche Bersani o voti Bersani e prendi anche Monti. Questo centrino è alleato, spalla, ruota di scorta del Pd".

LE LISTE - Quanto agli inquisiti nelle liste del Pdl, ha spiegato che "su 420 senatori e deputati abbiamo solo un esempio" di quelli che sono stati condannati con sentenza definitiva. Il Cavaliere ha ricordato come nel Pdl sia stato fissato il limite di tre legislature e 65 anni, ma ha aggiunto: "Abbiamo da lavorare sulle deroghe per i nostri parlamentari, ci sono personalità che anche per competenza ci farebbe piacere avere nel Parlamento. Dobbiamo riunirci".

"AL SENATO VINCEREMO" - L'ex premier, poi, ha escluso un pareggio al Senato. "Non mi sono posto questo problema, perché penso che noi vinceremo ampiamente al Senato, io chiedo agli italiani di darci la maggioranza assoluta - ha spiegato - E’ necessario perché così potremmo modificare la Costituzione". E proprio su quest'ultima, che secondo Roberto Benigni è la più bella del mondo, ha aggiunto: "E' una leggenda metropolitana", "era una bella Costituzione ma nel ‘46". "Bisogna - ha proseguito - assolutamente introdurre quelle modificazioni che portano al governo la possibilità di operare come nelle altre democrazie".

ALFANO PREMIER - Berlusconi è anche tornato a ribadire che il suo obiettivo non è ritornare a fare il presidente del Consiglio. "Quando vinceremo noi indicheremo al presidente della Repubblica Angelino Alfano come capo del governo, io intendo assumermi la responsabilità di ministro dell’Economia e dello Sviluppo perché penso che sia in quella posizione che si possa fare il meglio per portare l’Italia fuori dalla crisi".

E NUOVO ATTACCO AI GIUDICI - Infine il Cavaliere ha commentato i suoi guai giudiziari, che "derivano da un uso della giustizia a fini politici", volta a "eliminare gli avversari politici. E’ una’anomalia, anzi una patologia della democrazia". "Ultimamente parte della magistratutra mi vuole colpire non solo nell’immagine ma anche nel portafoglio", ha spiegato. "Ingroia? Rappresenta un’altra anomalia - ha concluso -. In Italia c'è la possibilità per un magistrato che si è fatto pubblicità" attraverso i processi "di potersi candidare direttamente in politica" e poi di tornare nella magistratura.

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