Roma, 28 settembre 2013 - "Non abbiamo bisogno di campagne elettorali a getto continuo, abbiamo bisogno di un Parlamento che discuta e lavori e non che ogni tanto si sciolga". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante una visita al carcere di Poggioreale parlando di eventuali provvedimenti di clemenza che potrebbero essere adottati dalle Camere. La richiesta al parlamento di un provvedimento di amnistia servirà a svelenire il clima? Giorgio Napolitanoha risposto: "Al contrario. Mi auguro che il clima sia già sufficientemente svelenito affinché la mia richiesta possa avere un’accoglienza serena e garantire il lavoro del parlamento per i prossimi mesi".

SCHIFANI ATTACCA LETTA - “Il presidente del Consiglio si è assunto la gravissima responsabilità di non deliberare su provvedimenti economici” per “evitare l’aumento dell’Iva”. Così Renato Schifani (Pdl), a SkyTg24. “Il provvedimento era pronto, non è stato adottato per motivazioni politiche”, spiega.  “Letta venga subito lunedì in aula. Dopo la verifica, se c’è fiducia, il provvedimento sull’Iva va approvato. Le parole del presidente del Consiglio in Cdm sono state molto forti - ha aggiunto Schifani - Letta chiede un chiarimento che ci sia subito, si verifichi la fiducia o meno sulle sue dichiarazioni e subito dopo, se c’è fiducia, si voti il provvedimento che blocca l’aumento dell’Iva. Il provvedimento era pronto, la politica ha le sue ragioni. Immediatezza, trasparenza, non si deve aspettare. Gli italiani non possono aspettare tempi lunghi”.

AFFONDO ANCHE DI BONDI - Sandro Bondi ha duramente attaccato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il premier, Enrico Letta. “Già il fatto che presidente del Consiglio e presidente della Repubblica concordino una linea da seguire dopo il gesto etico e civile assunto dai parlamentari del Pdl, rappresenta un atto di sfida e di ricatto piuttosto che di rispetto e di comprensione di fronte a una testimonianza che avrebbe dovuto essere riconosciuta nelle sue motivazioni profondamente democratiche”, ha dichiarato il coordinatore del Pdl. "L’iniziativa concordata di Napolitano e Letta è un’ulteriore umiliazione del popolo dei moderati", ha aggiunto.

FRANCESCHINI - Dario Franceschini ha escluso che si possa bloccare l’aumento dell’Iva e ha lanciato l’allarme per altre possibili conseguenze dell’instabilità politica, per esempio sull’Imu. “L’instabilità politica e la vicenda che si è venuta a creare ci ha messi in una condizione per cui è stato impossibile approvare quel decreto e far entrare in vigore delle norme che non hanno garanzia di conversione”, ha detto il ministro a Sky Tg24. E ora “e’ troppo tardi per rimediare”, ha chiarito.
Questa “è stata una delle prime conseguenze di quel gesto politico e temo non sara’ nemmeno l’unica se le cose andranno cosi’”, ha avvertito. “Abbiamo preso un impegno a non far scattare la seconda rata dell’Imu, ma servono le norme perche’ quella rata non venga pagata a dicembre e per fare le norme servono i governi”, ha sottolineato.

MONTI - Mario Monti, ex presidente del Consiglio e oggi leader di Scelta civica ha detto che Enrico Letta non può andare avanti “una settimana in più in condizioni di non governo dell`Italia”. Lo ha detto durante un convegno del partito a Gardone Riviera. “A Letta diciamo una cosa sola: non una settimana di più in condizioni di non-governo dell’Italia” ha scandito Monti durante il suo intervento dal palco. L’ex premier si è poi detto d’accordo con gli appelli alla responsabilità di diversi ministri, ma ha aggiunto che non si può andare avanti con un “certo asservimento” a una parte della maggioranza come sull’Imu. Serve dunque, a suo parere, un “chiarimento definitivo” basato su di un preciso “patto di coalizione” che non lasci spazio alle ambiguità.  L’ex premier ha spiegato che ‘’deve finire lo spettacolo indecoroso che abbiamo dato al mondo in queste ultime settimane’’.

IL TWEET DI QUAGLIARIELLO - “Su tasse e giustizia ieri in consiglio dei Ministri un Pdl per niente ‘dimesso’”. Lo ha assicurato su Twitter il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello.

CUPERLO - “Se Letta dovesse cadere non c’è alcun automatismo che ci porti al voto. Bisognerebbe verificare in Parlamento la possibilità di una maggioranza di segno diverso, in grado di assumersi l’onere di portare a compimento i due obiettivi principali: la legge di stabilità e la riforma elettorale. Non faccio ipotesi perché indebolirebbero la verifica di Letta, che ha la nostra piena fiducia, ma non si può proseguire come se nulla fosse”. Lo ha detto Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria del Pd, in un’intervista a ‘Repubblica’. A giudizio di Cuperlo, “la minaccia di un Aventino collettivo non ha precedenti in nessuna democrazia. Per non parlare degli inaccettabili attacchi a Napolitano”. Il Pdl “sta attaccando gli equilibri istituzionali e avvelenando i pozzi della democrazia”. Quanto alla richiesta del Pdl di affrontare nel chiarimento anche la questione Giustizia, Cuperlo replica: “Il tema è sempre stato affrontato dal premier nei termini corretti. Se si tratta di norme per velocizzare la giustizia civile, siamo sempre stati disponibili. Se invece si pensa ancora a proporre provvedimenti a uso esclusivo di una persona, questo è per noi un argomento irricevibile”.

LA GIORNATA DI IERI - Il premier Enrico Letta è intenzionato a procedere secondo il percorso istituzionale. Ovvero un passaggio parlamentare - alla Camera e al Senato - con la richiesta di una fiducia su un intervento programmatico. Solo dopo valuterà il da farsi, e non si esclude - riferiscono anche fonti parlamentari - che se non ci sarà ampia convergenza il premier possa anche fare un passo indietro e dimettersi. “Dipende dall’aria che tirerà in Parlamento - dice un ministro - quel che è chiaro è che Letta non vuole più galleggiare”. Al momento resta il muro contro muro, con il Pdl indisponibile ad un chiarimento se non verrà affrontato il nodo giustizia. Nel Consiglio dei ministri c'è stato un duro confronto tra gli esponenti del Pd e del Pdl. A tentare una mediazione i membri dell’esecutivo legati a Scelta civica. “Ma vi rendete conto che per altri parlamentari in Giunta per le elezioni e’ stato dato molto più  tempo per difendersi”, ha detto per esempio Giampiero D’Alia. Più duro il ministro della Difesa, Mario Mauro. Nel Pdl non ci sono falchi e colombe, ma molti pappagalli, ha sostenuto. Non possiamo avallare un ulteriore aumento delle tasse e sulla giustizia noi abbiamo avuto anche i richiami da parte dell’Europa, è possibile che in Italia non si possa affrontare questo argomento, ha sottolineato anche Maurizio Lupi. I ministri del Pd si sono scagliati contro il Pdl, reo di difendere solo gli interessi personali del Cavaliere. Ora si aspetta di conoscere le prossime mosse del premier, ma c’e’ la convinzione - riferiscono fonti ministeriali - che non tutto il Pdl è disposto a morire per Berlusconi. Sul tavolo l’ipotesi di continuare con un’altra maggioranza, ma c’e’ anche la possibilita’ di dar vita ad un governo ponte per cambiare la legge elettorale e poi andare al voto.

IL COMUNICATO DEL CDM - La Presidenza del Consiglio comunica che: Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi alle ore 20.05 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Enrico Letta. Segretario il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Filippo Patroni Griffi”. “Il presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, ha manifestato in apertura - si legge - l’esigenza ineludibile di ottenere un chiarimento politico e programmatico in Parlamento tra le forze della maggioranza che sostiene il governo”. “Dinanzi a noi - ha detto il presidente del Consiglio - c'è la necessità di un confronto il piu’ duro e netto possibile. Non sono disponibile ad andare oltre senza questo passaggio di chiarezza. Un’efficace azione di governo e’ evidentemente incompatibile con le dimissioni in blocco dei membri di un gruppo parlamentare che dovrebbe sostenere quello stesso esecutivo. O si rilancia, e si pongono al primo posto il Paese e gli interessi dei cittadini, o si chiude questa esperienza”. “Non ho alcuna intenzione - ha concluso - di vivacchiare o di prestare il fianco a continue minacce e aut-aut. Quanto accaduto mercoledi’ scorso proprio mentre rappresentavo l’Italia all’assemblea generale delle Nazioni Unite - contestualita’ non casuale - e’ inaccettabile”. In attesa del chiarimento si è reputato dunque inevitabile il blocco di ogni decisione governativa su temi, anche rilevanti, di natura fiscale ed economica. La sospensione e’ dovuta in particolare all’impossibilita’ di impegnare il bilancio su operazioni che valgono miliardi di euro senza la garanzia di una continuita’ nell’azione di governo e Parlamento. Il Consiglio ha avuto termine alle ore 22.40.

SALTA LO STOP ALL'IVA - "AUMENTO INEVITABILE" - L'APPROFONDIMENTO “L’aumento dell’Iva a questo punto e’ inevitabile”. Lo ha detto il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio confermando che il Cdm non ha varato il decreto con la manovrina.