Roma, 26 aprile 2014 - E’ terminato dopo poco più di un’ora l’incontro tra il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Bagno di folla per il premier, rientrando a palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio ha attraversato a piedi piazza Colonna ed è stato quasi assalito da passanti e turisti. Renzi si è concesso alla folla per qualche foto ricordo, molte le strette di mano soprattutto con i bambini.

FOTO: Renzi incontra Yatseniuk, Tusk e Valls a Palazzo Chigi

Niente conferenza stampa ufficiale, dopo il faccia a faccia, anche se Renzi con i suoi si è mostrato molto fiducioso. 

RENZI OTTIMISTA - Siamo a un passo dal chiudere positivamente la partita delle riforme, non ci fermiamo ora, ha detto il premier ai fedelissimi. C’e’ la convinzione, sottolinea un renziano del Pd, di avere pieno appoggio da parte del Quirinale, anche perché la minoranza è consapevole che l’unica alternativa alla strada delle riforme è il voto.

La posizione del vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti che nei giorni scorsi non ha affatto escluso le elezioni, è ormai condivisa da una larga fetta degli esponenti vicini al Capo dell’esecutivo. Matteo Renzi mantiene la barra dritta: portare a casa le riforme sarebbe un risultato storico per ottenere il quale è importante il confronto parlamentare, preservando il patto del Nazareno. Quel patto che, sostiene il premier, è in piedi e non deve essere modificato nei suoi principi fondamentali.

Per quanto riguarda i contrasti che stanno emergendo sempre di più sulla riforma del Senato, Renzi derubrica lo scontro a fibrillazioni dovute a ‘pulsioni elettorali’. L’orizzonte di Renzi, dunque, resta il 2018. Abbiamo davvero troppo da fare - ragiona con i suoi - troppo da cambiare, per lasciarci distrarre da chi vorrebbe che non cambiasse mai nulla in questo paese. In ogni caso i renziani hanno già fatto capire che il ‘piano B’, ovvero quello della possibilità del voto, resta come l’extrema ratio ma non è da scartare. Dipenderà da come evolverà il confronto con la minoranza del Pd, perché all’interno del partito cresce il malessere di chi vorrebbe accelerare sulle riforme oppure fare i conti all’interno dell’urna.

Intanto Berlusconi ha affermato: "Le riforme sono nostre non di Renzi".

TOTI - La legislatura “speriamo che duri abbastanza per fare le riforme previste o poco per andare a votare presto”, ha detto Giovanni Toti, capolista alle Europee nel Nord-Ovest per Forza Italia, arrivando a Milano all’incontro per la presentazione dei candidati. “La legislatura deve durare - ha aggiunto - quanto serve al Paese”. 

SALVINI - “Altro che riforme, Renzi è un ladro di democrazia, agli ordini di Berlino e Bruxelles. Speriamo che Napolitano non si renda complice di questa televendita”, ha dichiarato invece Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord.