Roma, 6 novembre 2012  - Nell'Idv sempre più diviso, Di Pietro tenta il rilancio e toglie il suo nome dal simbolo, ma il suo braccio destro {{WIKILINK}}Massimo Donadi {{/WIKILINK}}si dimette da capogruppo del partito alla Camera. E il giorno dopo si sfoga a Radio Radicale.

DONADI - “Spero di poter rimanere nell`Idv, ma se la maggioranza di questo partito riterrà di tradire 12 anni di storia che ci hanno visto essere una delle colonne fondative del centro sinistra, di inseguire un voto di protesta di delusi e arrabbiati a braccetto con Grillo, è evidente che io con questa nuova deriva non ho nulla a che spartire”.

“L`Idv - ha osservato - è ormai in uno stato confusionale, il suo presidente ha prima annunciato che il partito era morto, poi ha presentato in ufficio di presidenza il simbolo per un nuovo partito, poi ha detto che vuole sostenere Grillo, poi ha detto che invece Idv è più sana che mai e che andrà avanti per ricollocarsi all`interno della foto di Vasto. Mi pare ci siano le condizioni per poter dire che questo partito è oggi allo sbando, che non c`è più una linea politica definita e che c`è un presidente che non è in grado di perseguire il proprio obiettivo, riportare l`Idv nel centro sinistra, se questo è il suo obbiettivo, per manifesta incongruità tra le cose che dice e quelle che fa”.

“Mi sono dimesso - ha spiegato ancora Donadi - per evitare che diventasse un pretesto per non parlare di questi temi quello di inscenare una sorta di processo sul mio ruolo di capogruppo nella riunione che terremo di domani sera. Ho scelto di dimettermi e porre con ancora più forza di prima le domande che pongo da mesi”.

BELISARIO CRITICO - “Se Donati si dimette da capogruppo avrà fatto le sue valutazioni. In un partito, quando non si condivide una linea politica, peraltro approvata all’unanimità anche da Donati, non ci si dimette, ma si resta facendo un’opposizione sana all’interno del partito”, ha detto Felice Belisario, presidente dei senatori dell’Idv, intervenendo ad Agorà, su Rai Tre.


PARDI -  Le dimissioni di Donadi “forse erano diventate inevitabili, ma era meglio se non c’erano”. Così il senatore Francesco Pardi dell’Idv ha commentato, a ‘Omnibus’ su La7, le dimissioni di Massimo Donadi. “Mi dispiace, perché è una persona preparata ed equilibrata - prosegue Pardi - ma certe volte nei partiti il dibattito si avvita in una maniera che ha qualcosa di necessario e imprevedibile”.

“Tutto è avvenuto in maniera concitata - spiega - c’era nell’Idv un processo di riflessione precedente all’inchiesta di Report che poi è precipitato, perché si sentiva già il bisogno di una fase di rinnovamento profondo, anche per cercare una collocazione del partito, tra Pd, i movimenti e Grillo”. Secondo Pardi “la trasmissione, dove Di Pietro è apparso obiettivamente in difficoltà, ha invece spostato l’attenzione dalla riflessione interna a un fatto di cronaca”.

Nell’Idv di oggi si sente "a disagio, deluso". Per questo Pancho Pardi spiega in una intervista al Corriere della Sera che pensa di non ricandidarsi "da nessuna parte, mi ritiro di buon ordine’’.