Roma, 23 aprile 2012 - Restano sotto pressione i mercati in Europa, che hanno iniziato la settimana all’insegna del nervosismo, stretti in una morsa in cui alle incertezze geopolitiche che si sono create soprattutto con le elezioni presidenziali in Francia si aggiungono rinnovati timori sulle prospettive dell’economia reale. Inoltre le dinamiche odierne potrebbero anche rappresentare una reazione non entusiastica agli esiti del G20 delle Finanze di questo fine settimana, in cui i responsabili economici delle maggiori economie mondiali si sono accordati su un compromesso al ribasso del rafforzamento delle risorse anti crisi del Fondo monetario internazionale, e con l’inquietante chiamarsi fuori degli Stati Uniti. A incidere anche il fallito negoziato sull'austerity in Olanda.

BORSE E SPREAD - Piazza Affari chiude sui minimi una seduta pesante. L’indice Ftse Mib ha segnato un -3,83% a 13.849 punti, con lo spread ritornato a livelli guardia. Milano è la peggiore del Vecchio continente. In un listino principale segnato da forti perdite, le vendite si sono concentrate sui bancari e gli industriali. Maglia nera ad St, in attesa dei conti. Fuori dal Ftse Mib, contrastati i titoli della galassia Ligresti. Giù Unipol, bene Saras. Torna a salire lo spread tra Btp italiani decennali e Bund tedeschi arrivando a 413 punti, in aumento di oltre venti punti sull’apertura di questa mattina a 393 punti.

L'EUROPA -  Seduta nel segno dei ribassi per i principali listini del Vecchio Continente. A Francoforte il Dax cede il 3,36% a 6.523 punti, mentre a Parigi il Cac 40 perde il 2,83% a 3.098. In flessione anche Londra (-1,85% a 5.665 punti) e Amsterdam (-2,56%).

BRUCIATI 160 MILIARDI - Nel lunedì nero le Borse europee in una sola seduta hanno bruciato quasi 160 miliardi di euro. L’indice paneuropeo Stoxx 600 ha perso il 2,34 per cento corrispondente a 159,5 miliardi di euro di capitalizzazione.

WALL STREET - Chiusura in territorio negativo anche per Wall Street. Il Dow Jones perde lo 0,79% a 12.926,71 punti, il Nasdaq cede l’1,00% a 2.970,45 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,84% a 1.366,90 punti.

TEMPO REALE Tutte le quotazioni e i titoli

GRILLI RASSICURA - "I mercati sono volatili ma non perché non si fidano di noi". Lo ha detto il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, a margine di un’audizione alla Camera commentando il rialzo dello spread.

LA CRESCITA - Nel 2013 il Pil crescerà "a un ritmo moderato, pari allo 0,5 per cento, lievemente al di sopra della stima di dicembre, per poi accelerare nel 2014 (1 per cento, invariato rispetto alla stima precedente) e nel 2015 (1,2 per cento)", ha detto Grilli.

"NO PATRIMONIALE" - Il viceministro dell'Economia dice anche: "Non abbiamo in programma patrimoniali o altri interventi fiscali, già è stato un forte intervento con l’Imu sul patrimonio immobiliare".

... MA IL CNEL LA CHIEDE - E’ necessario effettuare il monitoraggio della ricchezza posseduta dagli italiani e introdurre una patrimoniale ordinaria. A chiederlo il Cnel, in un’audizione sul Def alla Camera. "Il Cnel ritiene - ha detto il consigliere Costanzo Jannotti Pecci - che vada  verificata la coerenza con i redditi denunciati nel corso degli anni e propone di accompagnare tale monitoraggio con l’introduzione di una patrimoniale ordinaria".

ALLARME DELLA CORTE DEI CONTI - "Il pericolo di un corto circuito rigore/crescita non è dissipato nell’impianto del Def 2012-2015". Lo ha affermato il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, nel corso di un’audizione, spiegando che "la ristrettezza dei margini temporali complica la realizzabilità di una strategia di politica economica". E ancora: "L’urgenza del riequilibrio dei conti si è tradotta, inevitabilmente, nel ricorso al prelievo fiscale creando una pressione già fuori linea nel confronto europeo e generando le condizioni per ulteriori effetti recessivi". "Lo stesso orientamento dei mercati appare sempre più influenzato dalla percezione negativa delle prospettive di crescita di Italia e Spagna e dall’impressione del perdurare dell’alto livello di pressione fiscale". Giampaolino rileva poi che "prendendo a riferimento il 2013 l’effetto recessivo indotto" dagli interventi correttivi "dissolverebbe circa la metà dei 75 mld di correzione netta attribuiti alla manovra di riequilibrio".

I BILANCI EUROPEI - Deficit in calo e debiti in aumento: è il quadro dei conti pubblici 2011 dei paesi europei fornito oggi per la prima volta da Eurostat. Il rapporto medio fra deficit e Pil è stato pari al 4,1% nell’Eurozona e al 4,5% nell’Ue a 27 paesi, mentre nel 2010 era stato rispettivamente del 6,2% e del 6,5%. Quanto all’indebitamento, è ammontato all’87,2% a fine 2011 nell’Eurozona mentre nell’Ue a 27 paesi è stato dell’82,5%; un anno prima era rispettivamente 85,3% e 90%.

L'ITALIA - Nel 2011 il rapporto fra deficit e Pil italiano si e attestato al 3,9%. Il rapporto fra indebitamento e Pil è invece stato pari al 120,1%. Eurostat fornisce anche il dato sull’impegno dei paesi nei prestiti intergovernativi a favore degli Stati in difficoltà dell’Eurozona, compresi i finanziamenti al fondo salvastati Efsf: per l’Italia, l’esborso del 2011 è stato di 13,118 miliardi.

I NUMERI DELLA CRISI - Intanto dati poco incoraggianti vengono annunciati da Confcommercio e Istat. La prima indica una difficoltà nel credito per le imprese, con il 37% che non riesce a ottenerlo. L'Istituto di statistica invece rileva un crollo della fiducia dei consumatori ad aprile.

LA POVERTA' - La quota di italiani che potrebbe 'scivolare' sotto la soglia di povertà, a causa dell’attuale crisi finanziaria, sale a ben una famiglia su 4. La stima è del direttore dell’Osservatorio nazionale per la salute nelle Regioni italiane, Walter Ricciardi, ed è contenuta nel Rapporto Osservasalute 2011, presentato oggi all’Università Cattolica di Roma. Con l’attuale crisi, avverte l’esperto, "stimiamo un aumento del 7% degli italiani che potrebbero scivolare al di sotto della soglia di povertà".