Tel Aviv, 18 novembre 2012 - E' di 28 morti - tra cui 10 bambini anche piccolissimi e 5 donne - il bilancio degli ultimi raid israeliani nella striscia di Gaza, contro un palazzo nel quartiere di Nasser, nel nord di Gaza City, e contro obiettivi dei campi profughi di al-Bureij e al-Shati. Le vittime totali di cinque giorni di conflitto sono 74: 71 palestinesi (con 600 feriti), 3 israeliane (con 50 feriti). Dall'inizio delle operazioni militari oltre 1.100 razzi sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza verso Israele, di cui 300 intercettati dal sistema antimissili (gli ultimi due sul cielo di Tel Aviv attorno alle 17.50 ora italiana), mentre sono oltre 1.200 i voli di fuoco compiuti dall'aviazione di Gerusalemme.

NOTTE TERRIBILE - L'intensa attività diplomatica per un cessate il fuoco fra Israele e Hamas non ha fermato l'aviazione israeliana che ha proseguito senza sosta  i bombardamenti su Gaza con una trentina di attacchi notturni. "Tsahal (l'esercito israeliano) opera come se non ci fosse alcun cessate il fuoco con attacchi e richiamando riservisti’’ ha confermato il portavoce militare Yoav Mordechai. Dall'inizio delle operazioni "sono stati colpiti 1.120 obiettivi", comunica una nota dell'esercito israeliano: centrali di telecomunicazioni, centrali logistiche, palazzi di Hamas, palazzi dei media, postazioni di lancio, tunnel e depositi di armi.

UCCISO IHYA ABIA - Ma la notizia del giorno, il vero colpo grosso - secondo i media israeliani - è l'ufficializzazione della morte di Ihya Abia, il responsabile della principale unità paramilitare di Hamas incaricata del lancio di missili, vittima - come il capo dell'ala militare di Hamas Ahmed al Jabari - di un'esecuzione mirata. Una grave perdita oggi anche per i combattenti jihadisti - seconda forza militare della Striscia - il cui comandante di artiglieria Tamer Al Hemry è stato ucciso da un raid aereo. Le azioni via cielo continueranno anche stanotte. Parola di Benny Gantz, il generale capo di Stato maggiore israeliano che, secondo il Jerulasem Post, ha ordinato l'intensificazione degli attacchi contro i principali obiettivi militari nella Striscia.

APPELLO UNICEF - In questo crescendo di reciproche accuse e minacce tra i Gruppi armati di Gaza e le soverchianti forze armate con la stella di David, chi rischia maggiormente la pelle sono i civili palestinesi, donne e soprattutto bambini. Un massacro che preoccupa l'opinione pubblica internazionale e naturalmente le Nazioni Unite. Di conseguenza, l'Unicef - Agenzia dell'Onu per i diritti dell'infanzia - esorta le parti a ''usare la massima moderazione e a tutelare i diritti di tutti i bambini'' auspicando "l'impegno per la pace da parte di tutta la comunità internazionale''.

BATTAGLIA MEDIATICA - Israele è conscio che sul piano dell'immagine, nonostante sia stata attaccata dai gruppi militari della Striscia con centinaia di lanci, il prezzo da pagare sarà altissimo se le morti di palestinesi civili - soprattutto bambini - dovesssero ripetersi con queste proporzioni. I piloti dell'aviazione hanno regole di ingaggio severissime, tese a evitare danni colaterali, ma evidentemente la voglia di ripulire Gaza dalle rampe d'attacco missilistiche e dai suoi manovratori ha la meglio sull'auspicabile prudenza. Il portavoce dell'esercito Yoav Mordechai accusa i miliziani palestinesi di aver aperto il fuoco "anche da moschee, e da un campo di calcio" e "dopo gli attacchi,di cercare riparo in ospedali e scuole: accade così che siano colpiti anche civili". Il che è come ammettere che alla fine si spara comunque. E così la strage degli innocenti continua.

RIONE NASSER - Devastante la distruzione del palazzo della famiglia Al Dallu nel rione Nasser: nel probabile tentativo di uccidere un dirigente di Hamas, l'aviazione israeliana ha bombardato lo stabile sterminando una famiglia di 11 persone (sei bambini, quattro donne e un anziano). Nella zona dell'eccidio degli Al Dallu è calata una cappa di rabbia, di dolore, di orrore.

APPELLO RADIO - Sfruttando una netta superiorità tecnologica l’esercito israeliano si è oggi impadronito a Gaza della frequenza 106.7 utilizzata da radio al-Aqsa di Hamas e ha mandato alla popolazione palestinese perentori messaggi, in buon arabo: ‘’State alla larga dai miliziani di Hamas, che giocano con le vostre vite’’, è stato l'invito. Invito opportuno ma con precisi limiti. In una realtà metropolitana come quella di Gaza gli abitanti di un quartiere o di un palazzo non possono conoscere la disposizione delle forze in campo. Chi può fugge verso il confine egiziano. Chi non può prega e spera almeno che non ci sia un'offensiva da terra (quella tra il 2009 e il 2010 si concluse con 1.400 morti palestinesi e 13 israeliani).

MEDIA NEL MIRINO - Anche i giornalisti sono sotto attacco. Un duplice bombardamento notturno e mattutino ha colpito gli uffici di corrispondenza stranieri. L’attacco ai palazzi dei mass media a Gaza, dove sarebbe stato dislocato anche un ufficio di Hamas, è stato duramente condannato dall’Associazione della stampa estera in Israele (Fpa). Gli edifici bombardati - fa notare la Fpa - erano da tempo ben noti. Fra gli uffici che vi hanno sede vi sono: Sky News,  Mbc Tv, al Arabiya, Arf Tv Orf. Otto giornalisti sono rimasti feriti: ad uno di essi, un cameraman palestinese, è stata amputata una gamba. Distrutti anche gli uffici di Russia Today. L'organizzazione internazionale Reporters sans frontieres (sede centrale Parigi) pretende da Israele una ''inchiesta trasparente'' su quanto accaduto questa mattina. ''Gli attacchi contro obiettivi civili sono considerati crimini di guerra e una violazione della Convenzione di Ginevra. I responsabili debbono essere identificati''.

FALCO NETHANYAU - Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito oggi che Israele è pronto ad "allargare significativamente" l’offensiva. "Il nostro è un governo responsabile, e la nostra prima responsabilità è di garantire la sicurezza dei nostri cittadini’’ ha detto ancora Netanyahu, che non ha fatto menzione degli sforzi in corso al Cairo per definire un cessate il fuoco a Gaza.

COLLOQUIO HANIYEH-MORSI - Il primo ministro di Hamas, Ismail Haniyeh, il cui quartier generale è stato distrutto dagli israeliani, ha parlato al telefono con il presidente egiziano Mohammed Morsi apprezzandone gli sforzi - benedetti dagli Stati Uniti - per la negoziazione di un cessate il fuoco. Hanyeh ha chiesto garanzie e assicurazioni per lo stop all’ "aggressione israeliana" nella Striscia. Secondo quanto risulta all'agenzia France Presse uno spiraglio di speranza nelle trattative per la tregua potrebbe emergere tra stanotte e domani.

OFFENSIVA DIPLOMATICA - Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, a guidare l'iniziativa diplomatica è il ministro egiziano dell'Intelligence, Rafat Shehata durante incontri ai massimi livelli con il capo dell'ufficio politico di Hamas, Khaled Mashaal e il suo vice Moussa Abu Marzuk.

GESTO DISTENSIVO - Non è chiaro ancora su quali basi potrebbe poggiare il cessate il fuoco ma, secondo Haaretz, è possibile che l'Egitto, come gesto distensivo verso il movimento islamico, possa allentare i controlli sulle merci in entrata al valico di Rafah. Intanto oggi è stato riaperto il punto di transito di Kerem Shalom al confine tra Israele e la Striscia di Gaza "per consentire - informa una nota dell'esercito isareliano - l’arrivo di aiuti umanitari: 124 camion di beni sono entrati nella Striscia con forniture di aiuti medici, cibo e latte".

OBAMA PREOCCUPATO - "Israele ha il diritto di difendersi dai missili che cadono nel suo territorio". Tuttavia la situazione a Gaza non può essere esasperata e sarebbe "preferibile che la crisi si concluda senza alcuna escalation" ha affermato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, da Bangkok, tappa del suo tour asiatico.

RIECCO LAVROV - Il ministro russo degli Affari esteri, Sergey Lavrov, incontrerà martedì a Phnom Penh il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, a margine del summit dell'Asean. Il capo della diplomazia russa proporrà alla collega statunitense di riunire il Quartetto sul Medio Oriente (Onu, Ue, Usa e Russia) per discutere della crisi appena scoppiata che - a tutto vantaggio della Russia - allenta la morsa siriana contro Bashar al Assad, ancora aiutato da Mosca.

HAGUE REALISTA - Si muove anche la Gran Bretagna. "L’offensiva terrestre nella Striscia di Gaza costerebbe a Israele gran parte del sostegno internazionale e del sostegno che ha ricevuto" ha detto il ministro degli Esteri britannico, William Hague, in un’intervista a Sky News. Per il titolare del Foreign Office, una nuova invasione dell’enclave palestinese renderebbe infatti molto più difficile limitare il numero delle vittime civili e rischierebbe di prolungare di molto il conflitto.

DANNI CONTENUTI - Israele per ora ha contenuto i danni. Tre morti e pochi feriti, gli ultimi questa mattina a  Ashqelon, nel sud di Israele, dove piovono i razzi palestinesi a minor gittata, rispetto a quelli di fabbricazione iraniana destinati a Tel Aviv e anche oggi intercettati dal sistema Iron Dome. Su quattro razzi sparati tra Ashqelon e Beer Sheva tre sono stati intercettati, mentre uno è piovuto su un edificio di otto piani causando vasti danni e due feriti. I tecnici di Tsahal hanno anche scoperto che molti dei razzi lanciati dalla Striscia erano stati svuotati dell'esplosivo. I loro obiettivo primario era quindi psicologico: spaventare i cittadini israeliani con gittate inusuali.

QUI CISGIORDANIA - La polizia di Israele mantiene un elevato stato di allerta in tutto il territorio nel timore che Hamas possa cercare di condurre attentati muovendo dalle sue basi in Cisgiordania. Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, ha invitato a protestare pacificamente, ma tensioni e scontri tra manifestanti ed esercito israeliano si sono registrati a Nablus e in tutta la West Bank.

SCENARIO SIRIANO - In realtà a preoccupare Israele è anche la situazione in Siria dove dal confine, ora conteso tra i lealisti di Assad e dall'Esercito di liberazione siriano, da una settimana continuano a partire tiri di mortaio verso le alture del Golan. Non accadeva da quarant'anni. Israele occupa dal 1967 circa 1.200 kmq dell’altopiano del Golan, che ha annesso: una decisone che non è stata mai riconosciuta dalla comunità internazionale. Circa 510 kmq delle alture restano sotto il controllo della Siria. Per ora solo tensione e un veicolo militare israeliano distrutto. Ma che accadrebbe se si aprisse improvvisamente un nuovo fronte?

TURISMO KO - Il primo esito economico del conflitto apena avviato è stato il crollo delle prenotazioni turistiche israeliane. Il ministro del Turismo israeliano, Stas Misezhnikov, lancia l'allarme: ''L'industria del turismo pagherà uno scotto molto pesante''. Se a Gerusalemme e nel nord del Paese le prenotazioni nelle strutture alberghiere finora hanno fatto registrare un numero ridotto di cancellazioni, a sud la situazione è certo più grave. Per esempio, le navi da crociera che abitualmente fanno scalo ad Ashdod (uno dei centri più bersagliati dai missili di Hamas), ora attraccano a Haifa. E diversi turisti hanno deciso di accorciare o annullare la loro vacanza nella zona. Costa Crociere ha già cancellato gli scali previsti in Israele di Costa Pacifica, partita oggi, sostituendoli con Santorini-Rodi in Grecia e Izmir-Istanbul in Turchia.

APPELLO ONU - Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-monn, ha lanciato un nuovo appello per un "cessate il fuoco immediato" ad Hamas e Israele alla vigilia della sua missione nella regione. Il numero 1 del Palazzo di Vetro si è detto "rattristato" di quanto sta avvenendo. "Tutto ciò deve finire. Esorto le parti a collaborare con gli sforzi, guidati dall’Egitto, per raggiungere un immediato cessate il fuoco. Ogni ulteriore escalation aumentera’ inevitabilmente le sofferenze delle popolazioni civili coinvolte, che vanno assolutamente scongiurate", ha dichiarato Ban.