Il Cairo, 19 agosto 2013 - Un giudice egiziano ha condannato il deposto presidente Mohamed Morsi a 15 giorni di carcere per un nuovo caso di incitamento alla violenza. Lo ha reso noto l’agenzia di stato. Fonti giudiziarie al Cairo hanno riferito che Morsi deve rispondere da oggi di un nuovo capo d’accusa per "complicità in omicidio e turtura" dei manifestanti che erano scesi in piazza davanti al palazzo presidenziale alla fine del 2012.

MUBARAK PRESTO LIBERO - Oggi le autorità giudiziarie egiziane hanno disposto la scarcerazione per l’ex presidente Mubarak. Contro l’ex leader sono cadute alcune accuse piuttosto gravi legate alla corruzione. Restano invece in piedi alcune altre accuse sempre legate allo scandalo corruzione. Mubarak "riavrà indietro il suo grado militare" di generale, "uscirà entro le prossime 48 ore e andrà a casa o in un ospedale militare", ha detto all’Ansa Farid el Dib, avvocato dell’ex rais.

Mubarak, 85 anni, sarà comunque chiamato a processo il prossimo 25 agosto per rispondere delle accuse di complicità nella morte dei manifestanti durante le rivolte del 2011.

Fonti della procura sentite dall’Ansa avevano confermato da parte loro la fine della detenzione dell’ex rais "in settimana". Mubarak - hanno ricordato queste fonti - è coinvolto in totale in 4 procedimenti: il più grave riguarda l’uccisione di dimostranti nel 2011, per il quale fu condannato all’ergastolo con un verdetto che è stato però annullato con rinvio a un ulteriore processo il cui svolgimento non impone misure restrittive della libertà.

C’erano poi tre imputazioni per presunti guadagni illeciti, distrazione di fondi statali e per il versamento di tangenti attribuito al direttore del quotidiano statale al Arahm, il più diffuso del Paese. Ma le prime due sono ora cadute, riferiscono le fonti, non essendo state formalizzate entro i 18 mesi di carcerazione preventiva dell’ex presidente. Mentre l’ultimo caso, di natura 'amministrativa’, non sembra poter giustificare da solo il protrarsi della detenzione.

AGGUATO IN SINAI - Un gruppo militanti, probabilmente islamici, hanno teso stamattina un agguato nel nord del Sinai uccidendo 25 poliziotti e ferendone due (VIDEO). Gli aggressori hanno attaccato due minibus della polizia, che stavano attraversando un villaggio nei pressi della città di confine di Rafah, lanciando razzi Rpg e granate. Gli agenti sono stati fatti scendere dai due blindati che li trasportavano, fatti mettere in riga e poi giustiziati a sangue freddo. Dallo scorso 3 luglio, giorno della destituzione di Mohammed Morsi in Egitto con un colpo di Stato militare, in Sinai le cellule di fondamentalisti islamici compiono attacchi quasi quotidiani. Il nord del Sinai è una regione strategica che confina con Israele e Striscia di Gaza.

SINAI, UCCISO UN GENERALE - Un generale della polizia egiziana è stato ucciso da un cecchino mentre saliva a bordi di un veicolo blindato a Al Arish, poco distante dall’agguato in cui sei uomini armati hanno trucidato 24 poliziotti. Lo ha riferito l’agenzia Mena. L’ufficiale, Ahmed Galal, è morto sul colpo. Nella stessa città, uomini armati hanno attaccato la sede di una bancae quella della Procura militare, causando la morte di un poliziotto.

OGGI RIUNIONE AMBASCIATORI UE   - Riunione d’emergenza degli ambasciatori dei Paesi Ue che prepareranno il terreno all’imminente consiglio straordinario dei ministri degli Esteri che decideranno le misure da adottare per rivedere i rapporti diplomatici con l’Egitto. Tra le opzioni c’è la possibilità di sospendere gli importanti programmi di cooperazione economica con Il Cairo. Lo scorso novembre l’Ue annunciò un pacchetto finanziario di oltre 5 milioni di euro in prestiti e aiuti, destinati a sostenere per due anni la transizione politica e lo sviluppo economico dell’Egitto. Al vaglio anche la possibilità di imporre un embargo alla vendita di armi.

E MERCOLEDI' VERTICE UE MINISTRI DEGLI ESTERI - Si terrà mercoledì la riunione d’emergenza dei ministri degli Esteri Ue. I 28 capi diplomatici decideranno le misure da adottare per rivedere i rapporti diplomatici con l’Egitto.

USA: AIUTI ECONOMICI CONTINUANO - Gli Stati Uniti non hanno assunto alcuna decisione circa l’ipotesi di fermare gli aiuti economici all’Egitto. Lo afferma il Dipartimento di Stato americano. I finanziamenti americani a organizzazioni non governative (ong) presenti in Egitto non subiranno riduzioni, anche in caso di sanzioni.

ALLEANZA PRO-MORSI INDICE NUOVE MANIFESTAZIONI  - L’Alleanza delle formazioni pro-Morsi, dominata dai Fratelli musulmani, ha indetto per oggi nuove manifestazioni al Cairo, nei quartieri di Heliopolis - sede del palazzo presidenziale -, di Giza, di Maadi, di Imbaba. Cortei anche a Helwan e Zeitun.

ISLAMICI CHIEDONO COMMISSIONE CRIMINI GENERALE EL SISSI - Ieri il generale Abdel el Sissi, l’uomo forte dell’Egitto, aveva rivolto un messaggio a metà fra il monito e l’apertura ai Fratelli musulmani. Oggi la coalizione anti-Morsi ha reagito chiedendo l’apertura di una inchiesta internazionale sui “crimini orribili commessi dal ministro dell’Interno, il generale Mohamed Ibrahim, e da quello della Difesa”, che è lo stesso al-Sissi. Lo rende noto l’Alleanza delle formazioni pro-Morsi sulla sua pagina Facebook.

ISRAELE: L'ESERCITO EGIZIANO VA AIUTATO  - Israele ritiene che l’esercito egiziano vada sostenuto nella sua prova di forza contro i Fratelli Musulmani: è quanto pubblica il quotidiano The Jerusalem Post, citando fonti governative dello Stato ebraico. Secondo le fonti “non bisogna minacciare, nuocere o sottrarre risorse ai militari” egiziani, un’allusione alla possibile sospensione da parte degli Stati Uniti degli aiuti militari destinati al Cairo: “La priorità al momento non è la democrazia ma il funzionamento dello Stato egiziano: una volta che questo si sia rimesso in carreggiata, si potrà parlare di riavvio del processo democratico”.

Se si scarta questo fattore (l’esercito, ndr), l’Egitto prenderà al strada della Siria, della Tunisia e della Libia: piaccia o no, oggi nessun altro può controllare l’Egitto”, hanno concluso le fonti. Secondo la stampa israeliana il premier israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe ordinato a Ministri e portavoce del governo di non commentare ufficialmente la crisi egiziana e di non criticare la politica statunitense nei confronti del Cairo.

PATRIARCA CATTOLICO: NON CONFLITTO MA GUERRA AL TERRORISMO - “Ci rivolgiamo alla coscienza mondiale e a ogni Capo di Stato perché comprendano e credano che ciò che accade in Egitto ora non è un conflitto politico tra fazioni diverse ma una lotta di tutti gli egiziani al terrorismo”. Lo afferma un comunicato della Chiesa cattolica in Egitto in cui il patriarca di Alessandria dei Copti, Ibriahim Sedrak, ringrazia “tutti i nostri connazionali musulmani rispettabili che ci sono stati vicini, secondo le loro possibilità, per difendere le nostre chiese e le nostre istituzioni”. Il patriarcato cattolico esprime inoltre “apprezzamento per la posizione dei paesi che comprendono la natura del corso degli avvenimenti e nello stesso tempo il nostro rifiuto categorico di ogni intromissione negli affari interni dell’Egitto o di ogni tentativo di influenzare la sue supreme decisioni da qualsiasi parte provengano e per qualsiasi pretesto”. La Chiesa cattolica in Egitto, informa inoltre la nota, “segue con sofferenza e speranza gli avvenimenti di terrorismo, morti, incendi di chiese, scuole e istituzioni pubbliche che sta vivendo il nostro paese”.

SONO 58 LE CHIESE DISTRUTTE - Sono 58 le chiese e istituzioni cristiane attaccate e incendiate in Egitto negli ultimi giorni. Lo comunica all’Agenzia Fides padre Rafic Greiche, portavoce dei vescovi cattolici dell’Egitto. “Su 58 chiese attaccate 14 sono cattoliche, il resto appartengono alle comunità copto ortodosse, greco ortodosse, anglicane e protestanti”, precisa. “Gli attacchi contro le chiese - aggiunge padre Greiche - si sono verificati un po’ in tutto il Paese, ma sono concentrati soprattutto nelle aree di Al Minya e di Assiut, perché è là che si trova il quartiere generale dei jihadisti, responsabili di queste violenze”.

TENTATIVO DI EVASIONE: MORTI 36 FRATELLI MUSULMANI  - I 36 Fratelli Musulmani arrestati dalla polizia egiziana e morti ieri durante un tentativo di evasione sono stati asfissiati dai gas lacrimogeni utilizzati dagli agenti: lo ha reso noto il Ministero degli interni del Cairo. Il tentativo di fuga è avvenuto durante il trasferimento verso un carcere alla periferia del Cairo: il convoglio militare trasportava circa 600 detenuti, alcuni dei quali hanno cercato di evadere dopo aver sequestrato un agente.

IL DISCORSO DEL GENERALE - Il blitz e le nuove proteste sono andate in scena subito dopo le dichiarazioni del generale Abdel Al-Sisi, l'uomo forte dell'Egitto, capo delle Forze armate, rivolte ai Fratelli musulmani. "L’Egitto è abbastanza grande per tutti, riconsiderate le vostre posizioni poiché la la legittimazione arriva dal popolo": così per la prima volta dall’inizio della feroce repressione contro gli islamisti, il generale  al-Sisi si è rivolto ai Fratelli Musulmani nel corso di un messaggio diretto ai membri delle Forze armate e della polizia. "L’Islam - ha aggiunto al-Sisi, le cui dichiarazioni sono state riferite dalla giornalista Rawya Rageh neol suo account Twitter - non è uno strumento per incutere paura e di questo risponderemo a Dio. Le misure che abbiamo preso sono trasparenti e oneste e noi delle Forze armate e della polizia non abbiamo complottato né tradito". Una sorta d'appello alla distensione che il generale ha accompagnato anche con il monito: "Non staremo a guardare le violenze in silenzio". E con la difesa delle misure adottate, definite ‘’trasparenti’’, intraprese per imporre l’ordine, perché la minaccia di ‘’un conflitto religioso’’ rischia di portare il Paese in ‘’un tunnel oscuro’’.

VOLI DALL'ITALIA - SOSPESI DA FIUMICINO, MA ALITALIA E MERIDIANA: "TRATTE REGOLARI"

UE SI MUOVE: "SUBITO VERTICE GOVERNI EUROPEI"

VIDEO - MORTE E DISTRUZIONE PER LE STRADE DI NASR CITY - IL GIORNO DELLA COLLERA - LA CRONACA DEGLI SCONTRI NELLE IMMAGINI DEL CAMERAMAN UCCISO - IN CENTINAIA RESISTONO NELLA MOSCHEA DI FATAH - INTERVISTA DI AL JAZEERA UNA DONNA ALL'INTERNO DELLA MOSCHEA - LA POLIZIA SGOMBERA LA MOSCHEA FATAH