Firenze, 9 giugno 2013 - Matteo Renzi sembra sempre più in campagna elettorale. Dopo aver dichiarato di essere pronto a guidare il Pd, il sindaco di Firenze non passa giorno senza 'esternazioni'. E oggi mette le carte in tavola con Epifani, polemizza col Pdl, parla del futuro del Pd e incassa i complimenti di Roberto Benigni, che addirittura lo definisce “come Michelangelo, un uomo straordinario, uomini così sanno fare tutto”. “A Renzi - ha aggiunto - vorrei dare un abbraccio fisico”.

CONGRESSO  E CANDIDATURA - “Oggi si è riaperta la partita e la partita che si apre ha il Pd come elemento chiaro. Caro Epifani, tu devi fissare la data del congresso. Bisogna avere un congresso fissato”, dice Renzi, e incalza: "Il 7 novembre del 2013 dobbiamo avere la data di un congresso nuovo. Epifani può decidere se fare le primarie aperte o il 27 ottobre o il 3 novembre. Poi noi decideremo se ci saremo. Stavolta - avverte comunque Renzi - non mi faccio fregare: prima facciano le regole, poi decidiamo se parteciperemo”.

Insomma, Renzi si candiderà a segretario del Pd? “Tutto - spiega - dipenderò dalla data scelta e dal profilo del Pd - risponde Renzi - io ho fatto una battaglia con le primarie per smuovere le acque. Questa volta io non la faccio la battaglia in solitaria”.

BERLUSCONI E L'IMU  - “Quella dell’Imu è evidente che è una vittoria di Silvio Berlusconi. Tutti quelli del Pd dicevano che l’Imu era una sciagura. Poi è stato fatto un governo di larghe intese e qualcuno ha dato il contentino a Berlusconi”, puntualizza il sindaco di Firenze.

INELEGGIBILITA' - “No, assolutamente no”. Così Matteo Renzi risponde a chi gli chiede se voterebbe l’ineleggibilità di Silvio Berlusconi. “Per un motivo molto semplice - ha spiegato - perchè sono 19 anni che viene eletto. Non è che perché viene eletto allora ci si inventa il giochino dell’ineleggibilità".

CON LETTA SE CAMBIA L'ITALIA  - “Io credo che il governo debba dare un orizzonte e una prospettiva sulle cose da fare. Se questo governo ce la fa, viva il governo. Se Letta cambia il Paese, io sto con Letta”, assicura Renzi. “Il tema centrale - ha aggiunto - è l’ambizione del Paese, non la mia”.

E comunque, aggiunge, “io sono amico personale di Enrico Letta e lo stimo molto. E' persona di grande qualita’. Lo ritengo di grande competenza. Lui è proprio bravo e sono solidale con lui: deve governare con Brunetta e Schifani... Io non avrei quell’equilibrio - scherza il sindaco di Firenze - non credo che ne sarei capace”.

LA REPLICA DI SCHIFANI E BRUNETTA: E' COME FONZIE

IL NOME RESTA PD - A chi gli chiede se cambierebbe il nome al Partito Democratico, Renzi risponde: "Assolutamente no: il Partito Democratico è il partito democratico dei fratelli Kennedy, che venivano da una città chiamata Hope”. Renzi ha ribadito la sua convinzione di attirare nel partito i voti dei delusi del centrodestra: “Rivendico il diritto dei cittadini di poter cambiare idea. Se uno ha votato la Lega ed è deluso, portiamolo con noi e si vince. Se lo lasciamo di la’ si perde”.

AIUTO, LA 'COMMISSIONITE' - “Vedo il rischio di ‘commissionite': se i partiti hanno capito la lezione di febbraio che bisogno c’è di rinviare di 18 mesi il dibattito di merito?”, attacca però Renzi sull'operato del governo. Mentre si dice “assolutamente convinto” dalle parole del premier sull’Europa, il sindaco di Firenze critica il “modello di revisione costituzionale proposto dal governo”.

Quanto al ddl di abolizione del finanziamento dei partiti, Renzi si è detto soddisfatto dell’iniziativa del governo: “Prima ci trattavano come appestati, ora il Pd si appresta a votare compatto a favore del provvedimento del governo: il primo passo è stato fatto”.