Roma, 19 settembre 2013 - L'Italia è "un Paese sovrano, tra i fondatori dell'Europa, non commissariato" e "come raggiungere quel 3%" nel rapporto deficit-pil e attraverso quali politiche economiche "lo decide l'Italia e non un commissario". Così il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, durante l'odierna conferenza stampa all'Associaziona nazionale costruttori edili, ha risposto platealmente alle parole del commissario europeo Olli Rehn, che nei giorni scorsi aveva più volte invitato l'Italia a evitare nuovi sforamenti. Concetto ribadito anche ieri, fanno sapere fonti della Commissione europea: se domani l’aggiornamento delle stime del Def confermerà il 3,1% "serviranno misure per riportarlo al 3%".

SOSTIENE ZANONATO - Il rapporto deficit/pil per l’Italia “non è arrivato al 3,1 per cento, ma siamo, di poco, sotto il 3 per cento e non sforeremo questa cifra, resteremo all’interno”: così ad Assisi, il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, ha risposto alla domanda dei giornalisti sulla necessità di una manovra correttiva. Ma secondo quanto si apprende, il governo rivedrà al ribasso le stime sul Pil nella Nota di aggiornamento al Def prevedendo una contrazione pari all’1,7% nel 2013, contro il -1,3% fissato ad aprile, e una crescita di circa l’1% nel 2014, contro il +1,3% della precedente stima.

TENSIONE A PALAZZO - Mattinata infuocata nei palazzi della politica, tema principale la tenuta del governo dopo il messaggio berlusconiano di ieri, e di pari passo quella dei conti, mentre al Senato scatta il contro alla rovescia per la decadenza del principale alleato. Il premier Enrico Letta promette per domani il voto del governo sulla nota di aggiornamento del Def necessaria per evitare sforamenti. "Non c'ho scritto Jo Condor, al momento opportuno giocheremo all'attacco", ha fatto sapere il premier rispondendo a una domanda sulla situazione politica dopo il videomessaggio di Berlusconi e le indiscrezioni che vogliono Letta intenzionato a chiedere un nuovo voto del Parlamento.

I PROGETTI - "Stiamo lavorando in modo molto concreto e attento per gli italiani - prosegue in conferenza stampa il presidente del Consiglio -. Non abbiamo nessuna intenzione di creare cortocircuiti. Da un po' di tempo c'è la volontà di usare il governo come un punchingh ball, tutti se le danno di santa ragione, ma noi continuiamo a lavorare". E annuncia un road-show internazionale in tutte le capitali finanziarie per presentare il Paese che vuol rinascere.

TITOLO 'DESTINAZIONE ITALIA' - ll piano è un "modo per agevolare e semplificare" gli investimenti stranieri nel nostro Paese e prevede "50 misure" molto "secche e semplici" per "risolvere i problemi più grossi che le imprese" incontrano venendo in Italia. Gran parte degli interventi riguardano la "burocrazia, i problemi del fisco e le questioni infrastrutturali", come "il piano per gli aeroporti e le questioni delle bonifiche".

IL CALENDARIO - Primo appuntamento a New York la settimana prossima a Wall Street. Poi il 7, 8 e 9 ottobre toccherà ai Paesi del Golfo cui seguiranno le capitali europee. "E' importante dare un segno forte al mondo di fare investimenti economici, industriali, finanziari - dice Letta - "e dimostrare così che non abbiamo paura della globalizzazione" annuncia il premier, che sul video messaggio berlusconiano di ieri chiude con una rasoiata da vecchio diccì: "In Italia siamo in uno stato di diritto, non ci sono persecuzioni".