Roma, 30 settembre 2013 - E' una domenica carica di tensione dopo le annunciate dimissioni dei ministri del Pdl che hanno fatto infuriare il premier Enrico Letta. Dimissioni accettate da tutti i diretti interessati, ma non condivise, soprattutto nella forma. Ne consegue un'evidente spaccatura all'interno del Pdl e - dopo il ping pong di dichiarazioni di Berlusconi e dei ministri dimissionari - la necessità per il premier Enrico Letta, decisa dopo il colloquio con Napolitano, di riferire alle Camere. (VIDEONEWS)

COLLOQUIO LETTA-NAPOLITANO, POI IL PREMIER A 'CHE TEMPO CHE FA'

QUAGLIARELLO - "Io le dimissioni non ho avuto nessuna remora a darle, però è evidente che se si fa in una sede in cui a discutere sono alcuni esponenti di un partito, senza il segretario, quel partito è geneticamente modificato: a questa Forza Italia non aderirò", dichiara Gaetano Quagliariello dal Festival del Diritto di Piacenza. "Se ci sarà solo una riedizione di Lotta Continua del centrodestra ne prenderò atto e mi dedicherò, magari, a creare il Napoli Club del Salario", aggiunge il ministro per le Riforme. "Spero nasca una posizione diversa da quella espressa ieri ad Arcore, anche per Berlusconi", dichiara ancora Quagliariello, sottolineando che le elezioni anticipate sarebbero "un grave errore" (VIDEO). 

LORENZIN - Il ministro Beatrice Lorenzin, dal canto suo, annuncia che pur dimettendosi non farà parte di questa Forza Italia che "spinge verso una destra radicale". Silvio Berlusconi - scrive in una nota - "è un perseguitato", "non giustifico nè condivido la linea di chi lo consiglia in queste ore", "tentano di distruggere tutto quello che Berlusconi ha costruito e rappresentato". "Questa nuova Forza Italia sta dimostrando d’essere molto diversa da quella del ‘94. Esprimo il mio dissenso. Accetto senza indugio - dice ancora - la richiesta di dimissioni fatta durante un pranzo a cui non partecipavano nè i presidenti dei gruppi parlamentari, nè il segretario del partito, per coerenza politica nei confronti di chi mi ha indicato come ministro di questo Governo. Continuerò ad esprimere le mie idee e i miei principi nel campo del centrodestra, ma non in questa Forza Italia".

LUPI - Quagliariello e Lorenzin non sono gli unici ministri dimissionari a muovere critiche alla direzione presa dal partito. "Così non va. Fi non può essere un movimento estremista in mano a degli estremisti - dichiara il ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi -. Vogliamo stare con Berlusconi ma non con i suoi cattivi consiglieri. Si può lavorare per bene del Paese essendo alternativi alla sinistra rifiutando gli estremisti. Alfano si metta in gioco per questa buona e giusta battaglia".

ALFANO - Nel Pdl "non possono prevalere posizioni estremistiche", e "se sono questi i nuovi berlusconiani, io sarò diversamente berlusconiano”. Lo dichiara il segretario politico del Pdl Angelino Alfano. "Sono berlusconiano e leale - scrive Alfano - e la mia lealtà al presidente Berlusconi è longeva e a prova di bomba. La lealtà non è malattia dalla quale si guarisce. Oggi lealtà mi impone di dire che non possono prevalere posizioni estremistiche estranee alla nostra storia, ai nostri valori e al comune sentire del nostro popolo. Se prevarranno quegli intendimenti, il sogno di una nuova Forza Italia non si avvererà. So bene che quelle posizioni sono interpretate da nuovi Berlusconiani ma, se sono quelli i nuovi berlusconiani, io sarò diversamente berlusconiano".

DE GIROLAMO - Fedeltà al leader Berlusconi ma con la richiesta di un chiarimento interno: questa la posizione del ministro delle politiche agricole alimentari e forestali,{{WIKILINK}} Nunzia De Girolamo{{/WIKILINK}}, che afferma in una nota di non riconoscersi “in strappi estremi ed estranei alla cultura e alla sensibilità" degli elettori Pdl e di volersi attenere a valori di politico moderato.

“Ho adempiuto alle richieste del presidente Berlusconi di rassegnare le dimissioni dal governo per rispettare il mandato politico ricevuto: sono stata indicata nell’esecutivo dal mio partito e tengo fede all’impegno assunto col Pdl e con i suoi elettori - scrive De Girolamo - Non posso però tacere l’amara constatazione nel vedere come, nel momento più difficile della storia del nostro partito e del nostro leader, siano sempre più evidenti atteggiamenti, posizioni, radicalismi che poco hanno a che vedere con i valori fondativi del nostro movimento liberale fatto di rispetto delle istituzioni, senso dello Stato e tolleranza nei confronti di chi la pensa diversamente. Questo ho imparato dieci anni fa da Silvio Berlusconi”.

NAPOLITANO - Non nasconde la sua ansia il presidente della Repubblica in visita a Napoli. Ai giornalisti che gli chiedono se sia preoccupato la situazione, Giorgio Napolitano risponde: "Fate domande di una ingenuità mai vista...". "Cercherò di vedere quali possibilità ci sono per il proseguimento della legislatura - dice sempre il Capo dello Stato - La tradizione è che il presidente della Repubblica concede lo scioglimento delle Camere quando non c’è la possibilità di dar vita ad una maggioranza e a un governo per il bene del Paese" (VIDEO).

Nel tardo pomeriggio, in una nota il capo dello Stato sottolinea: “E’ questa un’altra delle situazioni che richiederebbero stabilità e continuità nella direzione politica del Paese e nel funzionamento delle istituzioni parlamentari”

CICCHITTO - Tra le voci del dissenso nel Pdl c'è anche quella di Fabrizio Cicchitto, che già ieri aveva espresso perplessità per la modalità con cui erano giunte le dimissioni dei ministri Pdl. La decisione "di far cadere il governo" Letta-Alfano "non può essere assunta da un ristretto vertice del Pdl, in assenza sia del vicepresidente del consiglio e segretario politico Alfano, sia dei due capigruppo Brunetta e Schifani", ribadisce in una lunga nota il deputato. Cicchitto conferma la sua solidarietà a Silvio Berlusconi, che però "non ha bisogno" di un partito "di alcuni estremisti che nelle occasioni cruciali parlano con un linguaggio di estrema destra dall’inaccettabile tonalità anche nel confronto con gli avversari politici che non dobbiamo imitare nelle loro espressioni peggiori". I parlamentari del Pdl, aggiunge, "non possono essere trattati come delle semplici pedine da manovrare, in modo per di più disordinato, ad opera di pochi dirigenti del partito".

IL CAVALIERE: NO A GOVERNICCHI (VIDEO)

BERLUSCONI - Le parole di Quagliariello, Lorenzin e Cicchitto, non scalfiscono però la convizione di Silvio Berlusconi ad andare avanti con la linea dura. "Non sono stanco di combattere, sono in piena forma. Stanotte dopo 59 notti in cui non riuscivo a dormire, ho dormito 10 ore di fila. Sono pronto a riprendere la battaglia. Siamo in un frangente difficile per il Paese, i signori della sinistra hanno il vizio di ribaltare la realtà", dice il Cavaliere intervenendo telefonicamente con una kermesse di Forza Italia a Napoli. "Non potevano sostenere un governo delle tasse che aumenta la pressione fiscale e l’Iva. Un governo delle tasse non serve al Paese - continua Berlusconi -. L’unica via è andare convinti verso le elezioni il più presto possibile. Tutti i sondaggi ci dicono che vinceremo" (VIDEO).

Quindi annuncia in un messaggio online: "So e sappiamo distinguere il reale interesse dei cittadini. Per questo motivo, se il governo proporrà una legge di stabilità realmente utile all’Italia, noi la voteremo. Se bloccheranno l’aumento dell’Iva senza aumentare altre tasse noi lo voteremo. Se, come si sono impegnati a fare, taglieranno anche la seconda rata Imu, noi voteremo favorevolmente. Noi ci siamo e ci saremo su tutte le altre misure utili, come il rifinanziamento della cassa integrazione, delle missioni internazionali, il taglio del cuneo fiscale".

In serata parla a Studio Aperto (GUARDA IL VIDEO), in collegamento telefonico: "La mia età veneranda, la mia storia di cui vado fiero - dice -, i miei successi mi consentono di dire che i problemi personali non hanno alcun peso nelle mie decisioni. La mia vita privata non ha inciso mai nelle mie scelte, ho avuto a a cuore solo il bene degli italiani e anche stavolta è stato così". E sullo scenario del governo e del centrodestra dice: "Domani decideremo insieme la linea, sono assolutamente certo che nulla e nessuno ci dividerà e spero che alle prossime elezioni i moderati italiani sapranno restare uniti". "Se Monti, Casini e Giannino non li avessero divisi, i moderati avrebbero vinto le ultime elezioni", afferma.

Silvio Berlusconi inquadra, almeno per il momento, come "un fatto politico" le dimissimi di massa dei parlamentari Pdl e invita a considerare con attenzione chi sia stato, per ora, il destinatario di quelle lettere. "Le dimissioni, intanto, sono state un atto politico perché - dice allora il Cavaliere - sono state consegnate ai capigruppo e a me, e non ai presidenti di Camera e Senato". Dunque quell'"annuncio di tutti i parlamentari Pdl" è stato in effetti "un grido di dolore per la democrazia ferita dalla serie di ingiustizie che sto subendo e, anche, una reazione ai comportamenti insultanti e offensivi dei nostri alleati di governo del Pd".

E sempre a Italia 1 il Cavaliere torna su una sua antica convinzione, rispondendo così direttamente alle parole di Napolitano: "Non mettiamola giù dura con questa affermazione della continuità, eccetera... Questa cosa della continuità - scandisce - è un imbroglio, come quello dello spread".

COMPLEANNO AD ARCORE PER IL CAVALIERE

CARFAGNA - Se si dovesse andare subito al voto, comunque, nelle liste di Forza Italia non entreranno i ministri dimissionari Quagliariello e Lorenzin, come conferma la portavoce del Pdl Mara Carfagna. "Sì, credo di sì", dice ai giornalisti che le chiedevano se i due siano fuori.

ASSEMBLEA PDL - Intanto per domani alle 17, presso la Sala della Regina della Camera, si terrà l’assemblea congiunta dei gruppi Pdl a cui prenderà parte anche Silvio Berlusconi. L’incontro servirà a fare il punto della situazione dopo la decisione del Cavaliere di staccare la spina al governo Letta.

MAURO - E' invece convinto che "la libertà di coscienza che può restituire al’Italia un governo possibile e un Paese plausibile" il ministro della Difesa, Mario Mauro, che più tardi affida a Facebook il suo invito alle forze politiche a essere più responsabili.

GRILLO -  Per Beppe Grillo, invece, in atto "non c’è una crisi di Governo, c’è la crisi del popolo italiano che fa fatica a capire". "Quando ci saranno le elezioni tra due tre o quattro mesi, non ci interessa, deciderà il popolo italiano", aggiunge il leader del Movimento 5 stelle intervenendo una manifestazione pubblica a Paderno Dugnano nel milanese. "Noi dobbiamo tornare ad elezioni, mandare a casa tutta questa gente e rifare questo Paese con un Governo a 5 Stelle", sostiene Grillo, aggiungendo "con gli altri non si può ragionare sono finiti, sono il passato". E ancora: "O andiamo a governare perché ci date il voto o me ne torno a casa". "Voglio gente intellettualmente onesta", dice ancora bacchettando chi vota gli altri partiti. "Ma posso convivere con questa gente qua - insiste -. Io voglio parlare con i 20 milioni che votano ancora Pd e Pdl: se continuano a farlo il Movimento se ne va. Gli dico: se non ci votate io mi tiro fuori" (VIDEO).

EPIFANI - Netta anche la posizione del Pd espressa dal segretario Guglielmo Epifani. "Non ci interessano i governicchi, ma lavorare per il paese e consideriamo fondamentale approvare la legge di stabilità e cambiare la legge elettorale. Se ce la facciamo a fare un governo di servizio bene, se no ritorna la parola ai cittadini e al voto. Il Pd è pronto a tutto", dice dagli studi di 'In mezz'ora'. Secondo il leader dei democratici "quello che sta accadendo è inquietante perché non solo è contro le istituzioni, ma è una pugnalata alla schiena del Paese" e, dunque, se si aprirà la crisi "le priorità sono riformare la legge elettorale, mettere in sicurezza i conti del Paese e fare interventi per lo sviluppo".

FAMIGLIA CRISTIANA - Non manca, poi, una dura critica a Berlusconi da parte di Famiglia Cristiana. "Che Berlusconi "avesse perso ogni ultimo filo di vera dignità lo si sapeva da qualche mese", ma con l’invito a dimettersi ai ministri Pdl "ha posto il problema della dignità personale anche a quelle cinque persone che hanno giurato fedeltà alla Costituzione", scrive il settimanale cattolico che parla di crisi "sulla pelle degli italiani".

Redazione online