Roma, 15 luglio 2012  - Dopo la discesa in campo di Berlusconi e i mugugni sorti nel Pdl, con tanto di minaccia di "mettere alla porta i dissidenti", prende la parola {{WIKILINK}}Angelino Alfano{{/WIKILINK}}, delfino dell'ex premier e segretario del Pdl. 

Alfano comincia subito parlando di Pd: “Io ho un’ottima considerazione, anzi stima, per Renzi - dice in un'intervista a Sky - e lui fa bene a fare ciò che sta facendo nel Pd e io sono convinto di far bene a dire che Berlusconi va ricandidato e che se c’è lui le primarie non si fanno”.

“Poi - aggiunge - il tema è un altro e cioé che alla fine non sarà Renzi il candidato premier del Pd. Il turno della prossima generazione sara’ quelle successivo al 2013”.

Quanto poi all'opportunità che Nicole Minetti, scaricata dall'ex premier, si dimetta da consigliere regionale della Lombardia, Alfano non ha dubbi, e a domanda risponde con un secco 'sì". (E tu che ne pensi? Vota)

CERCHI MAGICI - “Attorno a Berlusconi non c’è nessun cerchio magico. Non ne ha bisogno -  assicura Angelino Alfano - Credo sia dispiaciuto a Maria Rosaria Rossi di essere inserita” nel preseunto cerchio magico: lei svolge una collaborazione efficace con Berlusconi. Io la ricandiderei perché é una brava parlamentare".

LEGAME CON SILVIO - “In questi giorni turbolenti, ci sono stati attestati di amicizia e io ho voluto spiegare a tutti quanto sia forte il mio legame con il presidente Berlusconi e quanto la sua ricandidatura corrisponda a qualcosa di corerente che si e’ sviluppato in Italia negli ultimi anni”, assicura Alfano.

IL NODO EURO  - "Uscire dall’ euro? Ma no! -  assicura Alfano - Crediamo che l’euro abbia un problema enorme, ma la risposta non è uscirne. Il problema si risolve con maggiori poteri alla Bce. Draghi lavora benissimo con i poteri che ha ma bisogna cambiare lo statuto di una moneta oggi appesa al nulla in quanto non ha dietro uno Stato", conclude. W ancora: "Mentre in condizioni analoghe a quelle in cui oggi versa l’Europa la Fed negli Usa stampava dollari oggi invece la Ue stampa vincoli e ansia".

CANDIDATURA SOLIDA - La candidatura di Berlusconi “sarà impiantata in qualcosa di molto solido”, l’ex premier “non e’ animato da ambizioni personali, quanto dal fatto che l’Italia e gli italiani devono pronunciarsi su un pezzo della nostra storia e sulle modalità oscure con cui” il governo Berlusconi è caduto, “perché in fondo in fondo noi ci siamo dimessi perché i numeri in Parlamento erano stati debilitati dal comportamento di Fini” ma “anche perché c’è stata una gravissima aggressione contro di noi”.