Roma, 9 giugno 2011 -  Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si presenterà in aula alla Camera mercoledì 22 giugno per riferire su programma e squadra del governo, nell’ambito della verifica parlamentare sul governo chiesta dal presidente della Repubblica dopo la nomina dei sottosegretari di Iniziativa Responsabile che hanno segnato una nuova articolazione della maggioranza nel governo. Lo ha stabilito oggi la Conferenza dei capigruppo della Camera presieduta dal presidente Gianfranco Fini.

E’ ancora incerto se la verifica si concluderà con un voto di fiducia sul governo come ha richiesto l’Italia dei Valori. La riunione di oggi ha deciso di rinviare alla prossima settimana la decisione se la verifica sarà conclusa da un voto di fiducia. Così come solo allora sarà deciso se prevedere o meno la diretta tv. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha fatto presente che in ogni caso non potrà essere prevista solo per dichiarazioni di voto finali e non sull’intervento del premier: dunque o tutto o niente.

La calendarizzazione della data della verifica alla Camera, arriva all’indomani della inattesa doppia sconfitta di Governo e maggioranza al Senato sul ddl anticorruzione e apre due settimane cruciali per la vita del Governo Berlusconi: i referendum di domenica prossima, il raduno della Lega a Pontida domenica 19 giugno, il Cn del Pdl che dovrà ratificare la nomina di Angelino Alfano a nuovo segretario.

Oggi intanto, è stata nuovamente battaglia al Senato sul Ddl Anticorruzione. Il governo alla fine ha ritirato l'emendamento, dopo l'intervento del presidente del Senato Schifani ("Decido io"), che aveva fatto notare che si stava ripronendo in discussione lo stesso testo già bocciato dal voto dell'Aula. L'emendamento rischiava così di essere decretato "inamissibile" dallo stesso Schifani, ma l'azione dell'esecutivo ha evitato il pronunciamento del Presidente del Senato che ora auspica "una soluzione condivisa fra i partiti".  I senatori hanno quindi 4 o 5 giorni per trovare un accordo tra maggioranza, opposizione e governo e superare l’impasse sulla Commissione di controllo sulla corruzione.

Nel frattempo,  dentro il partito del Premier come all’interno della maggioranza nei rapporti con la Lega e con il ministro Tremonti, salito ieri al Colle da Napolitano ad illustrare la manovra da oltre 40 miliardi da realizzare quest’anno, le tensioni sono forti. Non è stata smentita l’indiscrezione di un nuovo incontro serale ieri fra i soli Bossi e Tremonti, dopo quello in notturna la sera prima anche con Berlusconi.

Nel Consiglio dei ministri di oggi, oltre che su Tremonti, la manovra e la riforma fiscale, si annuncia possibile confronto-scontro con la Lega sul trasferimento al Nord dei ministeri previsto dalla pdl di iniziativa popolare su cui a Pontida inizierà la raccolta di firme che il ministro Pdl Galan ha ieri definito “puttanata intercontinentale”. Mentre dal fronte interno Berlusconi ha dovuto registrare la ratifica dell’annunciato da tempo addio di Gianfranco Micchichè e di 10 deputati e 4 senatori, pronti a dare vita con lui oggi ai gruppi parlamentari di ‘Forza del Sud’ e domani a un vero e proprio partito: una ‘Lega del Sud’, controcanto al Carroccio nel centrodestra.

“Il Pdl - ha detto oggi Miccicchè - non è più un partito. Noi siamo stufi di subire i capricci di Bossi e della Lega. Oggi restiamo nella maggioranza come forza autonoma, alleati di Berlusconi. Ma i nostri voti non saranno mai scontati”.

L’annuncio del Sottosegretario non è certo il miglior viatico, in vista del probabile voto del 22 Giugno alla Camera e della fatidica ‘quota 316’ che nella maggioranza è sempre più instabile e incerta.

“Il Governo - ha commentato il leader Pd Pierluigi Bersani, tornando a chiedere che Berlusconi e il suo esecutivo si presentino alla verifica parlamentare dimissionari- non sta più in piedi: siamo alla resa dei conti. Ormai è sotto gli occhi di tutti. Noi ne chiediamo da tempo le dimissioni e ce ne è abbastanza per averle, indipendentemente dal risultato del referendum.Anche se certamente una forte partecipazione popolare al voto darà più forza alla spinta per il cambiamento”