Roma, 11 febbraio 2012 - Sul decreto liberalizzazioni, che ha raccolto la bellezza di 2400 emendamenti, non è escluso che in settimana ci possa essere un nuovo vertice fra il Presidente del Consiglio Mario Monti ed i leader di Pdl, Pd, Terzo polo, Alfano, Bersani e Casini. Il vertice però non è stato ancora fissato.

Di sicuro per il premier sarà più semplice mettere d’accordo tre segretari che 315 senatori. E così il premier, reduce dalla trasferta negli Stati Uniti, si prepara ad affrontare la nuova sfida valutando la strada della fiducia per mettere ordine nella selva emendativa targata Pd&Pdl.

Il Presidente del Consiglio, che dovrebbe trascorrere il week end a Milano, sa di dover ascoltare i tre pilastri della sua maggioranza. Il Professore, nel frattempo, incassa un primo segnale di disponibilità, proveniente dall’Udc. E’ Casini infatti ad annunciare la disponibilità a ritirare gli emendamenti.

E a gettare acqua sul fuoco ci pensa anche la relatrice Simona Vicari (Pdl), che promette: “Il testo sarà rispettato, c’è un’intesa Pd-Pdl”, capace a suo dire di raggiungere una convergenza in commissione senza escludere la fiducia in Aula. Eppure ad ascoltare Maurizio Gasparri e Anna Finocchiaro, l’interesse di Pd e Pdl resta solo quello di “migliorare” e “rafforzare il decreto”, mentre dal Terzo Polo si sposa una linea differente: Poche correzioni o è preferibile la fiducia.

In particolare il Pd chiede modifiche al decreto su dieci punti, per "difendere, accelerare, rafforzare" il provvedimento contro i tentativi di limitarne gli effetti da parte del centrodestra. Il partito di Bersani, insomma, punta su dieci, grandi temi, a cominciare da banche, assicurazioni, farmaci e carburanti.

Nell’agenda dei tre segretari Abc non c’è solo lo spinoso capitolo delle liberalizzazioni. Alfano, Bersani e Casini dovrebbero incontrarsi per fare il punto anche sulla legge elettorale, dopo i primi incontri tra le rispettive diplomazie. Il clima di confronto potrebbe agevolare il compito, ma da Milano si addensano nubi capaci di modificare la situazione nel volgere di una sentenza. E’ quella che riguarda Silvio Berlusconi e il processo Mills.


Intanto c’è già chi propone di non archiviare nel 2013 l’era inaugurata dal nuovo presidente del Consiglio. Si tratta del terzo Polo. E’ il portavoce Udc De Poli a dire ‘in chiaro’ quanto diversi terzopolisti sussurrano da settimane: nel 2013 i moderati, confluiti in un nuovo contenitore post-bipolare - potrebbero sostenere l’esperienza di un Monti bis, indicando una volta chiuse le urne proprio l’attuale inquilino di Palazzo Chigi come candidato alla guida del governo.