Roma, 26 gennaio 2012 - Natale diviso tra savoir-faire istituzionale e "cinguetii" su Twitter per Mario Monti. In mattinata, infatti, il presidente del Consiglio dimissionario ha chiamato e fatto gli auguri alle più alte cariche dello Stato e ai leader della coalizione che ha sostenuto il suo governo, in tarda serata ha pubblicato due messaggi sul popolare social network per rilanciare la sua agenda (LEGGI IL TESTO).

"Insieme abbiamo salvato l’Italia dal disastro. Ora va rinnovata la politica. Lamentarsi non serve, spendersi sì", ha scritto il Professore sul suo profilo Twitter da poco aperto. Quindi ha aggiunto: "Insieme... 'Saliamo' in politica! #AgendaMonti".

BERSANI - Parole a cui risponde il Pd attraverso il suo segretario. "Ho il massimo rispetto per lui, ora aspettiamo di vedere se sarà sopra le parti e o sceglierà piuttosto una parte. Questo non l’ha chiarito", dice Pier Luigi Bersani dai microfoni del Tg2. Inoltre,prosegue il leader dei democratici, "nell’Agenda Monti ci sono alcune cose condivisibili, altre un po' meno, altre su cui si può discutere. La nostra agenda - conclude - contempla anche "più lavoro, più equità e più diritti".

BERLUSCONI - "L'agenda Monti non è che la continuazione della politica del Governo tecnico, su ispirazione della Germania. Una cura sbagliata, che ha portato ai numeri che conosciamo, con risultati negativi". Lo dice Silvio Berlusconi, intervistato dal Tg4. "Tutto dipende da cosa faranno gli italiani - prosegue il leader del Pdl secondo quanto anticipato dallo stesso Tg4 - nessuno può portare l’Italia fuori dalla crisi, se non avrà la maggioranza in Parlamento. Se si continuerà a dare il voto frazionato ai piccoli partiti, resteremo pressappoco nella situazione di adesso. Se il Pdl dovesse avere la maggioranza" - conclude Berlusconi - questa dovrà essere usata per cambiare l’architettura istituzionale dello Stato, per dare più poteri al Governo, per dimezzare il numero dei parlamentari, per cambiare la composizione della Corte Costituzionale". Poi apertura al Carroccio: "Non ho obiezioni ad un vicepresidente leghista se il Carroccio ci darà un contributo elettorale...".

UNA CONGIURA CI HA FATTO LASCIARE IL GOVERNO" - "Ci hanno costretti a lasciare il governo un anno fa circa con una congiura che la storia metterà in luce", dice poi Berlusconi in una telefonata a Molino Silla di Amelia, dove la Comunità Incontro di don Gelmini sta festeggiando i ragazzi che hanno completato il percorso di recupero. "Una congiura - ha proseguito Berlusconi - politica, mediatica e anche internazionale. Hanno tirato fuori questo fantasma improvviso dello spread che rappresenta in tutto e per tutto una spesa possibile per il costo degli interessi del due per cento in più all’anno, quindi meno di cinque miliardi in un anno. Una difficoltà quindi facilmente superabile. Si sono inventati - ha ribadito il leader del Pdl - di tutto e di più".

"Adesso c'è qualcuno che dice che eravamo ad un passo dal baratro - ha aggiunto Berlusconi -: è una retorica fondata sulle menzogne e sulla falsità. L’Italia ai tempi del mio Governo stava bene, era la seconda economia più solida d’Europa. Purtroppo con questa cura dell’austerità, tutto da allora è andato peggio". "Intanto - ha proseguito il leader Pdl - questa leggenda del burrone ha fatto sì che gli italiani cominciassero ad avere paura del futuro e ha portato a sviluppare una mentalità negativa, che li ha portati a consumare di meno e a non investire più. Questo è stato il primo fattore per avviare la crisi".

"Siamo superconvinti, e con noi tutti i premi Nobel dell’economia che abbiamo potuto interpellare, che bisogna cambiare politica. Bisogna togliere le tasse dalla testa degli italiani e delle imprese, bisogna abolire quella che va a colpire la prima casa, un bene sacro su cui ogni famiglia ha il diritto di costruire le sue sicurezze".

"CONTRO IL VECCHIO PC" - "Loro annunciano una nuova patrimoniale, un’imposta sui beni mobili e immobili, sulle entrate e sull’Iva: credo che noi abbiamo quindi il dovere di scendere in campo - sottolinea il Cavaliere - e contrapporci a costoro che ancora si vogliono unire a quella parte della politica che viene dal comunismo ortodosso, cioè dal vecchio Pci, i cui uomini hanno cambiato molte volte nome ma ancora dominano quel partito che, purtroppo, non si è trasformato in socialdemocrazia".

"Andremo avanti nella difesa della famiglia, non vorremmo dover assistere, con l’avvento della sinistra al potere, all’inflazione dei matrimoni gay e all’apertura delle nostre frontiere ai migranti stranieri. Tutto ciò che rientra nella tradizione cristiana sarà al primo posto del nostro programma’’, ha assicurato il leader Pdl.

ALFANO - Laconico, invece, il commento di Angelino Alfano. "Agenda Monti, un’agenda, tre certezze: Imu, patrimoniale, più Iva. Verificare per credere", scrive sul proprio profilo Facebook il segretario del Pdl. Più duro Fabrizio Cicchitto, che accusa Monti anche di "trasformismo". Con la "salita" in politica - dice il capogruppo del Pdl alla Camera - "ci troviamo già oggi di fronte ad un vulnus politico e istituzionale e ad una forzatura che diventerebbe lacerante qualora Monti sviluppasse una campagna elettorale alla guida di uno schieramento centrista - ovviamente contro il Pdl - e la facesse utilizzando la carica di Presidente del Consiglio alla quale è stato nominato proprio con il concorso dello stesso Pdl".

LA LEGA LANCIA TREMONTI - Una alleanza Pdl-Lega, per vincere in Lombardia, e alle elezioni politiche Berlusconi sia capo della coalizione ma Giulio Tremonti sia candidato premier. Lo propone in una nota Roberto Calderoli, Responsabile Organizzativo Federale e Responsabile del Territorio per la Lega Nord. Per Calderoli “appare auspicabile la creazione di un’alleanza per vincere in Lombardia e probabilmente per riuscire a farlo anche a livello nazionale. Ora il Pdl si dia una mossa, dopo essere stato scaricato e schiaffeggiato da Monti. Noi proponiamo Maroni come governatore della Lombardia e siamo pronti a riconoscere e a presentare Berlusconi come capo della coalizione, come richiede l’attuale legge elettorale, ma come candidato premier ci vuole qualcuno che non abbia mai votato i decreti Monti che hanno distrutto il Paese, per fare un esempio un Tremonti. Ne parlerò a Maroni e poi andremo a vedere che cosa ne pensano e che cosa ci propongono gli amici del Pdl ma bisogna farlo in fretta perche’ i tempi stanno per scadere”.

“Conosco l’attuale legge elettorale e gli effetti che produce come nessun altro - spiega Calderoli - e durante le feste natalizie mi sono divertito a fare una serie di simulazioni alla luce, o meglio al buio, della discesa in campo di Monti, una simulazione basata sui sondaggi più accreditati e sui possibili flussi elettorali e i risultati sono molto interessanti. 1) Al Senato nessuna coalizione si avvicinerebbe neppure lontanamente alla maggioranza assoluta, neppure utilizzando i senatori a vita, e quindi anche lo stesso Monti. 2) Sorprendentemente, proprio grazie a Monti, alla Camera il distacco tra la coalizione di sinistra ed un’ipotetica alleanza di centrodestra si ridurrebbe a tre soli punti percentuali e quindi avremmo una partita ancora tutta da giocare. 3) Il Professore, se scendesse in campo, arriverebbe quarto o quinto su cinque candidati premier, ovvero ultimo o penultimo. Grazie allo tsunami Monti l’allegra macchina da guerra di Bersani rischia di far la fine di quella di Occhetto”.

L'INVITO DI CASINI - Il tutto mentre i centristi invitano a dare seguito al programma lanciato dal senatore a vita durante la conferenza stampa di fine anno e di fine legislatura. A incaricarsene è Pierferdinando Casini, che, in un videomessaggio postato ieri su YouTube (VIDEO), ha ribadito che c'è ''un'agenda Monti, c'è un lavoro iniziato, ci sono i sacrifici che gli italiani hanno fatto: non disperdiamo tutto questo. C'è ancora molto da lavorare, continuiamo il lavoro nell'anno prossimo''.

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