Roma, 3 agosto 2013 - Dopo che in mattinata Silvio Berlusconi ha lasciato la sua residenza romana, Palazzo Grazioli, accompagnato tra gli altri dalla figlia Marina (FOTO), sale ancora la tensione nel mondo politico dopo la condanna definitiva (VIDEO) per frode fiscale.

E mentre il leader del Pdl lancia il suo aut aut - "Subito riforma della giustizia o si va al voto" - dall'altro blocco della strana maggioranza arrivano toni tutt'altro che distensivi, con Epifani che avverte: "Il Senato deve cacciare Berlusconi". Posizione che segue quella di Bersani, che ieri si era chiesto: "Il Pdl vuole farsi guidare da un evasore?".

Anche i renziani vanno in pressing per chiedere che sia convocata al più presto la direzione del Pd, mentre il M5S esclude la possibilità di un'allenza di governo con il Partito democratico per giungere ad
una riforma elettorale prima di nuove elezioni, in caso di caduta del Governo Letta.

Intanto il pm ha firmato (e sospeso) l'esecuzione della pena. Ed è stato revocato il passaporto al Cavaliere. E in attesa della manifestazione dell'Esercito di Silvio , fissata per domani alle 18 e alla quale però non parteciperanno i ministri come sottolineato in serata da Maurizio Lupi, parlano esponenti di peso del Pdl.

CONVOCAZIONE IN PIAZZA - “Domani alle 18 tutti con il presidente Berlusconi a via del Plebiscito” a Roma. Il coordinamento nazionale del Pdl ha dato ufficialmente appuntamento per domani pomeriggio davanti a palazzo Grazioli, residenza romana di Silvio Berlusconi, ai sostenitori del Cav che vorranno scendere in piazza per esprimergli solidarietà e contestare la condanna a 4 anni di reclusione per frode fiscale, confermata definitivamente giovedì dalla Corte di Cassazione.

“Da tutta l’Italia - ha resi noto il coordinamento nazionale del Pdl con una nota -  ci giungono notizie di iniziative spontanee e di una vera e propria mobilitazione diffusa a sostegno di Silvio Berlusconi. Per far confluire tutte queste iniziative in un’unica direzione, invitiamo tutti coloro che vogliano manifestare subito la propria vicinanza al presidente Berlusconi a stare con noi e con lui, domani alle 18 a Roma, a via del Plebiscito. Sarà l’occasione per stringerci intorno al nostro leader, e per confermare insieme a lui la grande forza e la grande determinazione di un popolo che non sa odiare, e che crede davvero nella libertà e nella democrazia”.

PD: "NO ALLO STRAPPO MA SIAMO PRONTI A TUTTO". CRESCE LA FRONDA DEL VOTO

BONDI: RISCHIO GUERRA CIVILE -  E' il coordinatore del Pdl Sandro Bondi ad alzare i toni: “O la politica è capace di trovare delle soluzioni capaci di ripristinare un normale equilibrio fra i poteri dello Stato e nello stesso tempo rendere possibile l’agibilità politica del leader del maggior partito italiano oppure l’Italia rischia davvero una forma di guerra civile dagli esiti imprevedibili per tutti”, afferma in una dichiarazione, con riferimento alla condanna definitiva di Silvio Berlusconi per frode fiscale che la Cassazione ha fatto passare in giudicato.

LA BACCHETTATA DEL COLLE - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano giudica “irresponsabili” le parole del senatore e coordinatore del Pdl Sandro Bondi che ha paventato il rischio di “una forma di guerra civile” nel caso in cui la politica non fosse capace di trovare delle soluzioni in grado di “rendere possibile l’agibilità politica del leader del maggior partito italiano”. E’ quanto si apprende da ambienti vicini al Quirinale.

LA RISPOSTA DI BONDI - “Non mi farò chiudere la bocca da nessuno, neppure da un comunicato del Quirinale. E non accetto di essere indicato come un irresponsabile. I veri irresponsabili sono quelli che hanno fatto precipitare la situazione fino a questo punto”, replica  il senatore e coordinatore Pdl Sandro Bondi.

"So di essere una persona responsabile - aggiunge Bondi - e ho sempre ricercato e ricerco nel mio impegno politico il confronto, la collaborazione, la conciliazione e il bene del nostro Paese. Questa mia indole tuttavia - ribadisce - non mi impedisce di esprimere liberamente le mie opinioni personali sulla storia d’Italia e sul rischio che, dopo la sentenza della Cassazione, in assenza di una soluzione politica che restituisca la libertà personale e l’agibilità politica al leader del più importante movimento politico italiano, tutto possa precipitare verso una nuova forma di strisciante guerra civile, che come tutti coloro che non sono ipocriti sanno è un tratto caratterizzante della storia d’Italia, dal dopoguerra in poi”.
 

LA REPLICA DI FASSINA - Le parole di ieri, con la richiesta di grazia per Berlusconi, sono una “irricevibile provocazione”, dice Stefano Fassina, viceministro dell’Economia ed esponente Pd, intervistato da Skytg24. Quanto alle “parole di stamattina di Sandro Bondi, sono al limite dell’eversivo”.

Per Fassina “si aprono due scenari: o il Pdl torna nell’alveo della normalità democratica o i suoi ministri che hanno annunciato le loro dimissioni si dimettono. Il Pd non accetta ricatti. Se i ministri del Pdl si dimettono il governo Letta cade. A quel punto però il Pdl dovrebbe spiegare agli italiani che antepone gli interessi personali del suo capo a quelli del paese”.

LETTA: "SI TENGA FUORI IL QUIRINALE" - In serata sulla questione prende posizione anche il premier Enrico Letta chiedendo che si “tenga fuori il Quirinale” dalle tensioni politiche e “si smetta di tirarlo in ballo in modo improprio e ricattatorio”. A riferirlo fonti vicine al premier che aggiungono: Letta intende “ascoltare con attenzione i contenuti e i toni dei discorsi di domani alla manifestazione del Pdl”.

SCHIFANI - “Il Pd eviti di infiammare il clima già abbastanza rovente - dichiara il presidente dei senatori del Pdl Renato Schifani -. La legittima, doverosa e sentita difesa del nostro leader storico Silvio Berlusconi non è avventurista come afferma Bersani (che aveva detto: “Se il Pdl in un passaggio crucialissimo sceglie, come appare fin qui, la strada dell’avventura, si carica di una enorme responsabilità politica e storica davanti al Paese”, ndr). “Crediamo seriamente e profondamente - spiega Schifani - che egli abbia subito una grave ingiustizia e con lui i tanti milioni di italiani che hanno creduto per venti anni nell’uomo e nel politico. Non cadremo comunque e mai nella trappola del Pd, dilaniato da lotte intestine alla ricerca di una leadership che non c’è e, quindi, la nostra fortissima indignazione, ancora più ampia e profonda di quanto si poteva prevedere per la condanna al presidente Silvio Berlusconi, non sfocierà in rabbia né in comportamenti non consoni alla nostra tradizione moderata”. 

“Questo è il momento come ho avuto modo di dire ieri di pensare e di pesare le parole e sono certo che tutto il nostro popolo saprà essere all’altezza di quanto richiede la situazione. Una cosa è certa, non lasceremo mai solo Silvio Berlusconi.”

MONTEZEMOLO - “Se il Governo cadrà a causa del Pdl, Berlusconi chiuderà la sua carriera politica nel peggiore dei modi” perché “è interesse prioritario dell’Italia che questo Governo e questo Parlamento vadano avanti e completino il programma”. Così Luca Cordero di Montezemolo in un editoriale sul sito di Italiafutura.
 

“Non vogliamo entrare nel merito della vicenda giudiziaria che si è appena conclusa. Che Berlusconi abbia subito l’accanimento di alcune procure ci pare un fatto evidente - prosegue Montezemolo -, così come è evidente che nessuno ha diritti di veto sulla riforma della giustizia (anche per questo Italia Futura sostiene i referendum radicali sulla Giustizia). Le sentenze quando arrivano all’ultimo grado di giudizio si devono rispettare”.


“Berlusconi può uscire bene da questa vicenda se saprà mantenere i nervi saldi, continuare a sostenere il governo Letta lealmente (come ha peraltro fatto sino a ora con persino maggiore convinzione del PD) e lavorare alla rifondazione di un’area liberale e moderna di centro destra, di cui l’Italia ha grande bisogno. “Se viceversa Berlusconi deciderà di scatenare l’ultima ordalia contro le istituzioni e gli interessi del Paese, nessuna forza politica responsabile, o cittadino che abbia a cuore il futuro dell’Italia, potrà sostenerlo o rimanere indifferente”.

CUPERLO: NO A CROCIATE CONTRO LA SUPREMA CORTE -  “La sentenza è uno spartiacque e la destra lo affronta nel modo peggiore, calpestando il principio di legalità e il rispetto delle istituzioni. Questo non è accettabile. Una cosa è il dramma umano che non dev’essere oggetto di aggressione. Altra è la crociata contro la Suprema Corte, il conflitto eversivo tra politica e magistratura o il coinvolgimento del capo dello Stato in polemiche irricevibili. Per quanto ci riguarda, nella massima solidarietà a Letta, noi siamo pronti a tutto”. dichiara Gianni Cuperlo, deputato del Pd e candidato alla segreteria del partito.

“Una legge elettorale si può approvare in tempi rapidi. Siamo al governo per aggredire l’emergenza sociale e fare alcune riforme essenziali. Se la destra vuole cambiare l’agenda del governo riproponendo un sovversivismo dall’alto se ne assume la responsabilità. Sappia - conclude - che la difesa rigorosa dei principi costituzionali e il programma su cui il premier ha ottenuto la fiducia sono per noi limiti invalicabili oltre i quali non ci spingeremo mai”.

ROSSI: ACCETTI LA CONDANNA - "O Berlusconi tace e accetta la condanna o la rottura diventa inevitabile nell’interesse del Paese e della democrazia. O gli attacchi eversivi di Berlusconi cessano immediatamente o il Pd dovrà rompere con il Pdl. E non è detto che non ci sia altra soluzione che il ritorno alle urne", scrive sulla sua pagina Facebook il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. "Così non si puo’ andare avanti - aggiunge - così Berlusconi si macchia anche del ‘delitto ‘ di far cadere il governo Letta. Le sentenze devono essere eseguite e non si puo’ derogare dall’art 3 della Costituzione che sancisce che i cittadini sono eguali davanti alla legge. Se Berlusconi continua a parlare, a voler dettare l’agenda al governo, a ricattare Napolitano con la richiesta di grazia, e a volersi riconfermare come unico capo della destra, io penso che il Pd non potrà continuare la collaborazione con il Pdl".

GASPARRI: MINISTRI IN PRIMA FILA - “Abbiamo tutto il diritto di esprimere la nostra solidarietà e il nostro sostegno a Silvio Berlusconi, vittima di decisioni che non lo hanno privato della leadership di un immenso popolo che è e sarà con lui domani a Roma”, sostiene il vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri, che aggiunge: “Insieme a tutti noi dovranno essere in prima fila quanti hanno ruoli di governo. Lo spirito pacifico, popolare, fortemente democratico dell’iniziativa ci riguarda tutti. A prescindere da ruoli e responsabilità”, conclude Gasparri. 

CICCHITTO: NESSUNA PRESSIONE INDEBITA SU NAPOLITANO - Anche Fabrizio Cicchitto, esponente Pdl, sottolinea l'opportunità dell'operato del Pdl: "Le attuali convulsioni politiche derivano da un fatto assai preciso. Questo governo, oltre alla sua azione sul terreno economico e delle riforme istituzionali, implicava anche una pacificazione che attenuasse quello scontro frontale tra berlusconismo e antiberlusconismo fondato sull’uso politico della giustizia che ha portato al fallimento della seconda Repubblica reso evidente dal risultato delle elezioni del 2013 caratterizzate dalla vittoria del movimento 5Stelle e dal pareggio fra il Pd e il Pdl".

E ancora: "L’obiettivo di un inizio di pacificazione è stato vanificato proprio da una accentuazione dell’uso politico della giustizia che ha comportato altre iniziative giudiziarie contro Berlusconi una sentenza nella quale la Corte di Cassazione non ha avuto il coraggio di entrare in rotta di collisione con quella Procura di Milano che da anni esercita una sorta di dominio su ogni ordine e grado della magistratura italiana anche indipendentemente dalla affiliazione di corrente”.
“Cio’ - prosegue Cicchitto - ha portato all’irreparabile e cioè al fatto che il leader dello schieramento di centrodestra è stato condannato a 4 anni di reclusione e privato dei diritti politici e di libertà. Invocare in questo contesto un intervento pacificatore del Presidente della Repubblica, nell’ambito dei suoi poteri istituzionali, quindi, non è una indebita pressione, come dice Epifani, ma proprio il tentativo di far diminuire la pressione politica che si èmolto elevata".

PETIZIONE ONLINE - "Vogliamo la grazia per Silvio Berlusconi” è il titolo della petizione online promossa dal gruppo ‘Cittadini per la Libertà’ attraverso il social network DeRev. La petizione (www.derev.com/revolution/vogliamo-la-grazia-per-berlusconi) è rivolta direttamente al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano “affinché - si legge - conceda unilateralmente la Grazia al presidente Berlusconi che, da campione del liberalismo e del garantismo quale è, non potrebbe mai chiederla”.

L'IDV: CI FACCIA LUI LA GRAZIA... - “La grazia la chiediamo noi a Berlusconi: prenda atto della sentenza emessa dalla Cassazione, che lo ha condannato in via definitiva a quattro anni per frode fiscale, e liberi la politica e i cittadini dalla sua ingombrante e imbarazzante presenza”, attacca il segretario nazionale dell’Italia dei Valori, Ignazio Messina, che aggiunge: “Silvio Berlusconi ha messo in scena, in questi due giorni, uno spettacolo grottesco: attaccare sfacciatamente un potere dello Stato quale la magistratura, minacciare il governo Letta, barattando una riforma della giustizia, a suo uso e consumo, con la tenuta del Governo, ricattare, infine, addirittura il Quirinale, ergendosi a martire e chiedendo, per bocca dei suoi sodali, la grazia”.