Roma, 24 febbraio 2014 - Il nuovo presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha ottenuto la fiducia in Senato con 169 voti favorevoli e 139 contrari. I senatori votanti sono stati 308.  Non ha partecipato al voto il senatore Maurizio Rossi di 'Per l’Italia'. A favore hanno votato Pd, Ncd, Scelta civica, Per l’Italia e Gruppo per le autonomie-Psi-Maie. Contrari M5s, Forza Italia, Lega, Sel e Gal. La palla passa ora alla Camera. Alle 14 Renzi ha presentato il suo discorso programmatico, sul quale ha lavorato da ieri e nel quale ha previsto anche un "pensiero particolare al presidente del Consiglio uscente Enrico Letta". A Palazzo Madama è poi seguita la discussione generale e la replica di Renzi, prima del voto a tarda sera.

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LA REPLICA AI SENATORI  - Nella replica serale ai senatori Renzi ha ribadito alcuni concetti già espressi nel discorso pomeridiano. Duro l'inizio: "Ho ancora molto da imparare" ha esordito Matteo Renzi, ripercorrendo le critiche mosse al proprio intervento programmatico. “Questo governo non avrà mai un doppio registro. Saremo gli stessi, trasparenti, non chiedeteci di essere diversi qui e fuori anche perché a differenza di altri siamo capaci di stare ancora in mezzo a persone. La gente chiede trasparenza". E sulla vita del nuovo governo: “Questa non è un’operazione di lifting o di potere". Renzi ha poi annunciato, in tema di criminalità, l'avvio dell'autorità anticorruzione: “Noi non faremo discorsi in libertà. Vogliamo essere sfidati sulla lotta alla criminalità organizzata non con frasi e discorsi astratti, ma agire “in concreto. In continuità con il precedente governo, subito partirà l’autorità anticorruzione senza lasciare un centimetro di spazio a chi oggi parla ma non rispetta gli impegni”. Un pensiero anche a Napolitano e ai giorni difficili che hanno portato alla sua rielezione: "Provo vergogna per il fatto ci sia stata incapacità di individuare successione ad un presidente della Repubblica che aveva chiesto di non avere secondo mandato”. E la provocazione: “E’ giusto e rispettoso nell’Aula del Senato - ha continuato Renzi - citare il presidente della Repubblica con parole formali e cerimoniose e non avere poi il coraggio di dire che l’unico modo di rispettare la figura straordinaria che è Giorgio Napolitano è realizzare quelle riforme chieste?". In coclusione il premier ha citato un passaggio di Sandro Pertini sui giovani: "Dagli anziani non hanno bisogno di premi ma di esempi di onestà, coerenza e altruismo". E rivolto ai senatori: "E' l'augurio che rivolgo a voi".

NESSUN ALIBI -  Oggi pomeriggio Renzi ha insistito: “L’opportunità non è pari, è dispari: ce n’é solo una. C’è una sola occasione. Se dovessimo perdere non cercheremo alibi, se dovessimo perdere questa sfida la colpa sarebbe solo mia”. Dopo il discorso, il primo al Senato, Renzi si ritaglia il tempo per sentire al telefono il presidente Usa Barack Obama. "Nel riaffermare i profondi e duraturi legami che uniscono l’Italia e gli Stati Uniti - si legge in una nota del governo -, il presidente Obama ha manifestato il proprio apprezzamento per l’agenda di riforme del presidente Renzi, sottolineando in particolare l’obiettivo comune di promuovere la crescita e la creazione di posti di lavoro".

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IL DISCORSO DELLA FIDUCIA

IL GUSTO DEI SOGNI - "Ci avviciniamo a voi in punta di piedi, con il rispetto profondo e non formale che si deve a quest’aula, alla storia del Paese che trova in alcuni dei suoi luoghi non solo un simbolo, ma anche un elemento di unità profonda": cosi’ Matteo Renzi ha aperto il suo intervento in Senato per la fiducia.

CAMBIARE IL SENATO - “Il momento nel quale stiamo vivendo è un momento in cui o abbiamo il coraggio delle scelte o perdiamo il rapporto con chi sta a casa - afferma Renzi - oggi chiedere la fiducia è un gesto controcorrente”. Poi il neopremier ha confermato l’intenzione di modificare il Senato. “Vorrei essere l’ultimo presidente del Consiglio a chiedere a quest’aula la fiducia”, ha detto.

“Oggi riflettevo che io non ho l’età per sedere nel Senato della Repubblica (VIDEO). Oggi davanti a voi siamo qui non per inseguire un record anagrafico, o allungare il curricula o per toglierci qualche soddisfazione”, sottolinea.  "Noi chiediamo fiducia perché pensiamo che l’Italia ha una necessità urgente per recuperare la fiducia e uscire dalla crisi”. L’Italia - osserva il premier - è un paese arruginito, incatenato”. (VIDEO)

NESSUNA PAURA DI VOTARE - “Vorrei proporre una visione audace, unitaria e per qualche aspetto innovativa che parte dal linguaggio della franchezza”.Con questa franchezza, ha sottolineato il premier, “che vorrei essere l’ultimo presidente del Consiglio a chiedere a quest’aula la fiducia”. E rivolgendosi ai senatori del Movimento 5 Stelle. (VIDEO) “Noi non abbiamo paura di andare alle elezioni”, ha assicurato il premier.
“Sno il segretario di un partito che non ha mai paura di candidarsi alle elezioni, anche in Sardegna, anche dove ci sono difficoltà”, ha attaccato.

ITALIA AVANTI - “L’Italia è avanti a noi, si è stancata di aspettarci”, dice Renzi presentando “un pacchetto di riforme” che affronti prima del semestre europeo “le scelte sul lavoro, sul fisco, sulla pubblica amministrazione, sulla giustizia”, un pacchetto “che metta al centro la scuola ma che parta sulle riforme costituzionali”. “Gli accordi li rispetteremo nei tempi e nelle modalità prestabilite”, afferma Renzi.

Matteo Renzi ha rinnovato il suo impegno su un cambiamento radicale in tempi brevi e certi.  Basta, ha sottolineato, con “una politica nella quale si puo’ anche rinviare al giorno dopo, rinviare i tempi delle decisioni senza fine. Quando vai nella vita di tutti i giorni con le persone che faticano anche solo a conciliare i propri orari, il senso dell’urgenza diventa centrale”.
Duque “usciamo dal coro della lamentazione, proviamo a pensare a un percorso concreto in cui la differenza tra il sogno e la realta’ è una data”, ha chiesto.

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LEADER IN UE - Matteo Renzi ha auspicato che l’Italia riesca a diventare leader in Ue. Bisogna “studiare una proposta perchè nei prossimi 20 anni possiamo guidare l’Europa politicamente”, ha detto.
“Ho il dovere di dirvi che dalla subalternità culturale per la quale troppo spesso si è considerata l’Ue come la nostra matrigna possiamo liberarci solo noi”, ha spiegato, “non possiamo pensare che qualcun altro risolva i nostri problemi”.

GOVERNO POLITICO - “Avrei preferito che questo passaggio fosse preceduto da un passaggio elettorale, sappiamo tutti com’è andata. I segretari dei partiti maggiori sono rappresentati nel governo perchè questo è un governo politico”.

CUNEO FISCALE - Matteo Renzi ha annunciato che vi sarà Una riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale”. La misura, ha spiegato il premier in Senato, sarà possibile “con misure serie, irreversibili, non solo legate alla revisione della spesa, che porterà nel primo semestre 2014 a vedere risultati immediati e concreti”. 

DEBITI P.A - “Il cambio radicale passa da alcune misure economiche, la prima è lo sblocco totale - non parziale ma totale - dei debiti della PA”, promette Renzi. Il governo costituirà dei “fondi di garanzia, anche attraverso la Cdp, per l’unica reale fondamentale questione che abbiamo sul tappeto: le piccole e medie imprese che non accedono al credito”. “Ogni centesimo della pubblica amministrazione deve essere visibile on line da parte di tutti, è necessario un meccanismo di rivoluzione” nel rapporto “tra cittadino e pubblica amministrazione”. 

INTERVENIRE SUL FISCO - “Prima delle elezioni” europee “vogliamo a tutti i costi intervenire sul fisco attraverso l’utilizzo della delega fiscale”, ha annunciato Matteo Renzi. Vi dovranno essere, ha chiarito, “alcune caratteristiche chiaramente visibili”. L’obiettivo è di “riuscire a inviare a tutti i dipendenti pubblici e ai pensionati direttamente a casa la dichiarazione dei redditi precompilata”. Magari, ha spiegato, “attraverso la tecnologia visto che il Papa ha detto che internet e’ un dono di Dio...”.

LA MACCHINA PUBBLICA - “L’interesse nazionale è che si esca dal penultimo posto della classifica Ocse per la capacità di attrazione”.  L’Italia deve essere “un Paese semplice e coraggioso”, sul lavoro, aggiunge il premier che parla della necessità di un rapporto diverso con la pubblica amministrazione.
“Ci sono - afferma Renzi - settori dello Stato che vivono le peripezie della politica. I governi passano, i dirigenti restano”.

Talvolta sarebbe meglio il contrario, dice il premier parlando della struttura dirigente della macchina pubblica. “Una politica forte - spiega Renzi - è quella di chi affida tempi certi anche al ruolo dei dirigenti”, perché “non può esistere la possibilità di un dirigente a tempo indeterminato che fa il bello e il cattivo tempo”.

GIUSTIZIA DA RIVEDERE - “E’ arrivato il momento di mettere nel mese di giugno all’attenzione di questo Parlamento un pacchetto organico di revisione della giustizia che non lasci fuori niente. Parto dalla giustizia amministrativa - dice Renzi - Abbiamo vissuto venti anni di scontro ideologico sulla giustizia, dopo venti anni le posizioni sono calcificate”, osserva il presidente del Consiglio.

ITALICUM PRONTO - “L’Italicum è pronto per essere discusso alla Camera. E’ una priorità ed è una prima parziale risposta all’esigenza di evitare che la politica perda ulteriormente la faccia. Come possiamo dire che e’ urgente fare la riforma e poi perdere la procedura d’urgenza. L’Italicum e’ un pacchetto con la riforma del Senato e del titolo V”. 

IL CASO DEI MARO' - Matteo Renzi ha raccontato in Aula in Senato della telefonata ieri ai due marò in arresto in India. “Ho chiamato due concittadini italiani bloccati da troppo tempo da un’allucinante vicenda per cui garantisco un impegno personale e del governo”, ha spiegato il premier.

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LA TELEFONATA CON OBAMA - Telefonata del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, mentre il premier italiano si trova alla Camera per consegnare il discorso della fiducia.

Renzi, affiancato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio e dalle ministre Maria Elena Boschi (Riforme) e Federica Mogherini (Esteri), si chiude nell’auletta del Governo per il primo contatto telefonico con l’inquilino della Casa Bianca. Mentre lascia Montecitorio per tornare al Senato, il premier risponde al volo ai cronisti che gli domandano se la telefonata è andata bene: “Yes!”.

LADY RENZI IN TRIBUNA - A seguire le dichiarazioni programmatiche del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, siede in tribuna al Senato la moglie del premier, Agnese Landini. Accanto a lei, che indossa un vestito chiaro, siede Marco Carrai.

PADOAN GIURA - Questa mattina, al Palazzo del Quirinale, ha prestato giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan. Lo rende noto un comunicato del Colle. Erano presenti, in qualità di testimoni, il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Consigliere di Stato Donato Marra, e il Consigliere Militare del Presidente della Repubblica, Generale Rolando Mosca Moschini. Erano presenti il Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi e il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Graziano Delrio.

I NUMERI - Se i numeri sono larghi a Montecitorio, a palazzo Madama invece il nuovo esecutivo, come quello precedente, dovrà fare i conti con un una maggioranza più risicata. Pallottoliere alla mano, Renzi potrà contare 173-174 senatori, una decina in più del minimo necessario, cioè 161. Sembrano rientrati i mal di pancia nel Pd, con Giuseppe Civati che ha annunciato l’intenzione di votare la fiducia. Non però senza togliersi qualche sassolino dalla scarpa che rischia di rappresentare una vera ipoteca sulla tenuta a lungo termine del governo: ieri a Bologna ha incontrato gli elettori del Pd in una affollata assemblea. “Secondo me - ha detto - qui c’è più gente che alla Leopolda”. Renzi è avvisato.

IL DISCORSO - Il presidente del Consiglio si rivolgerà a tutto il Parlamento nel chiedere di andare nella direzione della svolta, per far ripartire il Paese. Un discorso che toccherà diversi punti, dalla riforma della Pubblica amministrazione alla scuola, dal taglio del cuneo fiscale al lavoro. Ma il Capo dell’esecutivo si soffermerà soprattutto sulle riforme istituzionali, a partire dalla legge elettorale. Oggi non faranno mancare il proprio appoggio nè i civatiani, nè i Popolari per l’Italia mentre Forza Italia ha confermato che non voterà la fiducia. Il partito di Silvio Berlusconi ha reagito duramente alla possibilità di un aumento della tassazione sui Bot. è la prova che aumenteranno subito le tasse, ha osservato il Cavaliere al telefono con i ‘big’ azzurri. L’ipotesi avanzata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, ha provocato anche la reazione del NuovoCentrodestra che ha chiesto di evitare qualsiasi aumento della pressione fiscale.

ISRAELE - Il premier Benyamin Netanyahu ha invitato il neo primo ministro italiano Matteo Renzi a visitare Israele. Il leader israeliano - nel corso di un telefonata di ieri sera con Renzi - ha rilevato, secondo il suo ufficio, che l’Italia “svolge un ruolo importante a livello internazionale”, apprezzando il suo sostegno “contro il boicottaggio di Israele”.

PRODI - "GOVERNO FACCIA LA FORMICA, SERVE CONTINUITA'"

NUOVO GOVERNO, LA LISTA DEI MINISTRI

Sono sedici i componenti dell'esecutivo, metà sono donne. Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: Graziano DelrioInterni: Angelino Alfano. Esteri: Federica Mogherini; Economia: Pier Carlo Padoan; Sviluppo economico: Federica Guidi; Lavoro e politiche sociali, Giuliano Poletti; Infrastrutture: Maurizio Lupi; Istruzione: Stefania Giannini; Cultura: Dario Franceschini; Giustizia: Andrea Orlando; Difesa: Roberta Pinotti; Salute: Beatrice Lorenzin; Ambiente: Gianluca Galletti; Politiche Agricole: Maurizio Martina; Semplificazione e P.A.: Marianna Madia; Riforme e Rapporti con il Parlamento: Maria Elena Boschi; Affari Regionali: Maria Carmela Lanzetta. FOTOGALLERY - GUARDA TUTTI I VOLTI

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